Condanna europea sul G8, Renzi blinda De Gennaro
Infuria la polemica sul ruolo dell’allora capo della polizia, Gianni De Gennaro, dopo la sente con la quale due giorni fa la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per tortura in riferimento al pestaggio messo in atto dalla polizia a Genova il 20 luglio 2001 durante l’irruzione nella scuola Diaz, dove dormiva una novantina di persone, per lo più giovani, che partecipavano alle iniziative contro il summit G8.
Infuria la polemica sul ruolo dell’allora capo della polizia, Gianni De Gennaro, dopo la sente con la quale due giorni fa la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per tortura in riferimento al pestaggio messo in atto dalla polizia a Genova il 20 luglio 2001 durante l’irruzione nella scuola Diaz, dove dormiva una novantina di persone, per lo più giovani, che partecipavano alle iniziative contro il summit G8.
A rilanciare la richiesta che De Gennaro, assolto in Cassazione per i fatti di Genova, si assuma però le sue responsabilità morali per l’accaduto, è stato ieri il presidente del Pd, Matteo Orfini, con un tweet inequivicabile che caldeggia la rimozione dall’attuale incarico di presidente di Finmeccanica dell’ex numero uno della polizia ed ex viceministro. Una presa di posizione che ha spiazzato non pochi nel Pd, a cominciare dal premier Renzi, che per oltre 24 ore non ha commentato, mentre varie figure politiche a lui molto vicine, da Deborah Serracchiani a Emanuele Fiano, in sostanza rinnovavano la fiducia a De Gennaro.
Poco fa è stato lo stesso Renzi a ribadire la sua «fiducia» in Gianni De Gennaro. «Il governo non ha alcun dubbio sulla qualità e la competenza del presidente di Finmeccanica De Gennaro, lo diciamo in modo molto chiaro. Confermiamo piena fiducia. Mi piacerebbe che un giorno quando si parla di responsabilità si parlasse anche di responsabilità della politica. È facile attribuire responsabilità alle forze dell’ordine e ai manifestanti», ha aggiunto, parlando delle vicende del G8 di Genova.
De Gennaro è stato nominato presidente di Finmeccanica dal governo, principale azionista della società, nel 2013, con Enrico Letta a palazzo Chigi, ed è stato riconfermato al suo incarico l’anno scorso da Matteo Renzi.
De Gennaro incassa anche il sostegno del centrodestra, mentre movimento Cinque stelle e Sinistra ecologia e libertà appoggiano la richiesta di dimissioni dal vertice della grande azienda pubblica.
A difendere l’ex potente capo della polizia è anche Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione: «Gianni De Gennaro è stato indagato e assolto. L’assoluzione conta pure qualcosa, quindi non può pagare le responsabilità complessive di una macchina intera. Non mi piace l’idea che si possa utilizzare questa vicenda drammatica, una delle peggiori immagini dell’Italia all’estero, per tirare sulla polizia, che spesso è la parte più popolare del Paese».
Polemizza Fabrizio Cicchitto, deputato Ncd, ex Forza Italia: «Personalmente non ho mai condiviso il sistema di sostegno a De Gennaro quando egli era al massimo della sua potenza, ma proprio per questo non mi sento di aderire adesso alla fucilazione messa in opera dall’on. Orfini che allora, se vuole essere conseguente, nel suo giacobinismo di ritorno, deve chiedere le dimissioni anche al dottor Sabella, oggi assessore al Comune di Roma, allora a Genova sovrintendente alla struttura di Bolzaneto dove avvennero episodi gravissimi e vergognosi». Così Fabrizio Cicchitto, deputato Ncd. Come è noto, il dottor De Gennaro è stato sempre sostenuto da uno schieramento bipartisan che è partito dal Pci-Pds e poi si è allargato anche a Berlusconi e Forza Italia, per non parlare di An e del Ccd-Cdu.
La professionalità del dottor De Gennaro è stata massima sul terreno investigativo e dell’uso dei pentiti nella lotta alla mafia, uso peraltro controverso come dimostrò il caso Contrada. Molto più contraddittorie e deboli furono le sue capacità nella direzione dell’ordine pubblico che chiaramente non era la sua specialità, come dimostrarono - prima di Genova - anche gli scontri che si verificarono a Napoli sotto il governo di centrosinistra presieduto da Amato.
Certamente questa gestione confusa e contraddittoria dell’ordine pubblico risultò evidente a Genova dove però il sistema di sicurezza fu sottoposto - cosa che oggi viene rimossa - a durissime operazioni di guerriglia urbana con protagonisti, dall’estero, i black bloc e gli anarchici greci e le Tute bianche di Casarini.
Di fronte a quell’autentica esplosione di guerriglia urbana il sistema dell’ordine pubblico di fatto collassò e poi settori di esso reagirono in modo inaccettabile e belluino come avvenne non solo alla Diaz ma anche a Bolzaneto.
Su tutto ciò si è pronunciata la magistratura che ha condannato alcuni e assolto altri come De Gennaro», conclude Cicchitto.
Per parte loro, i deputati M5S ricordano di aver presentato già al governo Letta un’interrogazione in cui si chiedevano spiegazioni sul profilo del candidato suggerito allora dall’esecutivo per la guida di Finmeccanica.
«Letta in persona spiegò che De Gennaro rispondeva ai requisiti di onorabilità e professionalità richiesti». Quanto alla condanna europea, i cinque stelle osservano che «la risposta per chi governa un Paese non è portare in aula un testo che si limita a simulare l’introduzione del reato di tortura nel nostro codice penale, ma avere il coraggio, o più semplicemente il senso del pudore, di rimuovere dalla presidenza di Finmeccanica De Gennaro, fra i principali protagonisti dei terribili fatti della Diaz».
Intanto, Beppe Grillo punta l’indice contro i «sepolcri imbiancati» e condanna «l’ipocrisia sul G8 che in questi giorni trasuda da ogni dichiarazione sui fatti del G8 di Genova da parte dei nuovi farisei, politici ipocriti che cercano di sembrare migliori nascondendo la loro essenza». E dal suo blog il leader M5s aggiunge: «Ora le sinistre compatte (o almeno quello che ne è rimasto) condannano, strepitano, contro il G8, come cornacchie impazzite, ma dov’erano queste comparse quando il blog denunciava in questi anni i fatti del G8? E che credibilità hanno oggi con le loro comparsate ex post in televisione e nei convegni a uso elettorale?
Chi era nella cabina di comando a Genova? Berlusconi? Fini? Scajola? E, chiunque sia costui, perché non viene processato come Ratko Mladi? o Radovan Karadzic dal tribunale internazionale dell’Aja per crimini contro l’umanità? La polizia - continua Grillo - ha ricevuto sicuramente ordini per i pestaggi e le torture, per la cosiddetta “macelleria messicana”, ma chi ha dato questi ordini?».
Duro anche Nichi Vendola, leader di Sel: «Il dottor De Gennaro al vertice di Finmeccanica? Chi è stato artefice di quella scelta dovrebbe risponderne. Parlo del Partito democratico. Penso che chi lo ha nominato a Finmeccanica debba dare spiegazioni di come sia stato possibile.
Capisco che oggi c’è una spinta autocritica nel Partito democratico, ma non si è nominato da solo Gianni De Gennaro al vertice di Finmeccanica. Forse non c’era bisogno di aspettare una sentenza europea che ha condannato l’Italia per tortura, che certifica il fatto che nel nostro Paese abbiamo vissuto alcune notti cilene. Abbiamo vissuto episodi di violazione dei diritti fondamentali delle persone. E che l’allora capo della polizia abbia potuto attraversare indenne quella stagione e quelle successive è lo spaccato di un malcostume che c’è nel nostro Paese. E questo malcostume deve essere interrotto».
Interviene anche il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan, spiegando di ritenere che «qualche riflessione De Gennaro e il governo la debbano obbligatoriamente fare» sulla sua permanenza alla guida di Finmeccanica.
Secondo Annamaria Furlan «ci vuole una grande fiducia che ogni cittadino deve giustamente poter porre nella polizia dello Stato come in ogni altro corpo di sicurezza del nostro paese». E lo si deve fare, spiega Furlan, «soprattutto valorizzando il lavoro di quelli che sono impegnati in questi corpi dello Stato e che ogni giorno magari rischiano la vita».
Appoggia la richiesta di dimissioni la senatrice veneta del Pd Laura Puppato: «Trovo che non solo Orfini abbia completamente ragione, ma aggiungo che mi troverà al suo fianco in questa battaglia. Con il dovuto rispetto per tutti, mi domando cosa ci faccia De Gennaro in Finmeccanica, dal momento che abbiamo anche altri manager di grande levatura e capacità nel nostro Paese. Non abbiamo bisogno per forza di De Gennaro presidente. Tra l’altro, visto che si tratta del primo gruppo industriale italiano, trovo che sia da considerare anche la questione dell’immagine del Paese all’estero».
Sullo sfondo restano anche gli interrogativi sul ruolo dell’allora governo di centrodestra durante i fatti di Genova, sull’ipotesi di una cabina di regia politica che avrebbe dato il via libera alla violenza dell’azione delle forze dell’ordine manifestatasi non solo nella scuola Dia e nel carcere di Bolzaneto, ma anche precedentemente nella repressione di cortei pacifici nel centro della città.
«La sentenza della Corte di Strasburgo - commenta il giornalista Lorenzo Guadagnucci, uno dei feriti dentro la Diaz - è uno schiaffo alle istituzioni italiane, che dopo 14 anni di risposte inadeguate e inaccettabili sono chiamate a reagire secondo una logica democratica e civile. Non basta dire “ora una legge sulla tortura”. Serve una buona legge sulla tortura, diversa da quella attualmente in discussione in parlamento: una legge che qualifichi la tortura come reato specifico del pubblico ufficiale, che escluda la prescrizione e preveda un fondo per le vittime.
La formulazione attuale sarebbe una beffa, una non-risposta alle indicazioni della Corte di Strasburgo. E non c’è alcun motivo che giustifichi il rifiuto di introdurre l’obbligo per gli agenti in servizio di ordine pubblico di indossare un codice di riconoscimento sulle divise. Ma sullo sfondo c’è un impegno più grande, addirittura urgente, visto le carenze strutturali evidenziate dalla Corte di Strasburgo: una nuova, seria riforma democratica delle forze di sicurezza. Comitato verità e Giustizia per Genova».