Accusa di plagio in Consiglio provinciale: Maestri contesta a Kaswalder di avere copiato una sua proposta
L’arrabbiatura è esplosa venerdì mattina ancora prima che la seduta del Consiglio provinciale cominciasse. Appena Lucia Maestri del Pd ha aperto il malloppo degli emendamenti collegati all’assestamento di bilancio della Provincia è saltata sulla sedia: quello riguardante le agevolazioni fiscali per le erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale a firma del consigliere del Patt Walter Kaswalder era praticamente identico agli articoli 3 e seguenti di un disegno di legge che l’ex assessore comunale aveva depositato lo scorso luglio.
Quando Kaswalder qualche minuto dopo è entrato in aula si è assistito ad un colorito scambio di «gentilezze» tra i due. «Quello che mi ha dato fastidio - racconta Maestri - è che su mia richiesta di motivare il suo emendamento il consigliere del Patt mi ha detto, davanti ad un paio di testimoni, che il testo gli era stato dettato direttamente dagli uffici dell’assessorato alla cultura». Cosa, secondo Maestri, gravissima. «Perché gli uffici - spiega - sanno che esiste già un mio disegno di legge in materia che ha ricevuto nei giorni scorsi il via libera dalla ragioneria dopo le verifiche tecniche e che ora può iniziare l’iter di discussione in commissione e in consiglio».
«Ritengo grave che ora gli uffici assumano una dimensione politica suggerendo e confezionando per un consigliere un emendamento fotocopia di un disegno di legge già pronto - attacca l’esponente del Pd - Si tratta di un corto circuito di potere cui va assolutamente posto rimedio».
Maestri non lo dice mai, ma l’idea che tra gli uffici della cultura e le stelle alpine ci sia un filo diretto lo suggerisce il fatto che nella scorsa legislatura l’assessorato era in mano al segretario politico del Patt Franco Panizza.
Ad ogni modo il battibecco pubblico interno alla maggioranza ieri è stato il fatto politico più commentato alla buvette del Consiglio provinciale. L’altro protagonista del siparietto ieri pomeriggio, però, negava tutto. «Introdurre delle agevolazioni per chi sostiene il patrimonio culturale era una cosa a cui pensavo da tempo - è la replica di Kaswalder - Quell’emendamento lo avevo pronto da due mesi».
Come spiegare, allora il fatto che non solo nei concetti ma addirittura nel contenuto letterale sia identico alla proposta di Maestri? «Questo proprio non lo so - risponde l’autonomista - Io manco sapevo che Maestri aveva fatto un disegno di legge sul tema. Se l’avesse condiviso in maggioranza non ci sarebbe stato questo problema».
Kaswalder, già che c’è, rilancia: «Mi domando se la cultura dev’essere un argomento esclusivamente del Pd». E poi serafico aggiunge: «Faccio notare che per arrivare allo scopo il disegno di legge di Maestri ci metterà chissà quanto tempo, mentre il mio emendamento è molto più veloce. Bisognerebbe che al Pd imparassero dal loro segretario e rimanessero tutti più sereni».