G7, in Baviera accordo per ridurre l'inquinamento
Un'intesa sul riscaldamento globale con l'obiettivo di contenere entro i due gradi l'aumento delle temperature medie provocato dall'inquinamento atmosferico: lo ha annunciato alla stampa la cancelliera tedesca Angela Merkel, alla chiusura del vertice del Paesi del G7 svoltosi nel castello bavarese di Elmau. In sostanza, Usa, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Canada, Giappone hanno svoilot un lavoro preparatorio sul grave problema delle modificazioni climatiche, in vista della Conferenza di Parigi, in programma a dicembre, dove si metteranno a fuoco le misure concrete.
Ridurre ulteriormente le emissioni di anidride carbonica e arrivare nel prossimo secolo a uno scenario energetico «decarbonizzato» è un altro obiettivo emerso dal vertice tedesco, ma molte organizzazioni ambientaliste sottolineano che i governanti sono ancora troppo timidi rispetto a una problematica estremamente seria che provoca ogni anno dentinaia di migliaa di morti e malatti in tutto il mondo. A sintetizzare la critica ecologista, il messaggio che Greenpeace ha proiettato con i laser sulle pareti del monte Zugspitze, sopra la sede del vertice: «G7, datevi al 100% alle rinnovabili». Greenpeace ha ricordato che i Paesi nel G7 vive solo il 10% della popolazione mondiale ma qui si registra ben il 26% delle emissioni responsabili dell'effetto serra e del surriscaldamento globale.
Nella dichiarazione finale del vertice c'è anche un'accelerazione su un altro punto particolarmente delicato sul quale cresce l'attenzioen critica dell'opinione pubblica: l'intesa per dar vita rapidamente all'area di libero scambio fra Europa e Usa, vale a dire il partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Ttip), per il quale i leader affermano di voler completare l'accordo «entro la fine dell'anno».
Opinioni critiche sui contenuti del Ttip e sull'opacità che ammanta le trattative sono state espresse al recente Festival dell'economia da due degli ospiti più autorevoli della kermesse Trentina: Thomas Piketty e Joseph Stiglitz. Fra gli aspetti negativi messi in luce dai due studiosi, il cosiddetto arbitratointernazionale, un meccanismo in virtù del quale le grandi aziende multinazionali potrebbero ottenere risarcimenti economici in sede extragiudiziale (privata) dagli Stati che varessero leggi ritenute un un ostacolo all'attività econ omica e alla creazione di profitto.
All'OltrEconomia festival, l'eventi alternativo e parallelo, si è ascoltata invece la voce dei movimenti che denunciano a loro volta il Ttip, così come è stato impostato, perché per l'Europa causerebbe una regressione in materia di tutela dei consumatori, dei lavoratori e dell'ambiente naturale, con l'adeguamento delle norme Ue a quelle americane.
Il governo italiano appoggia una rapida intesa sul Ttip e anche nel suo recente viaggio negli usa per incontrare il presidente Barak Obama, il premier Matteo Renzi ha ripetuto che l'accordo di libero scambio è un «grande obiettivo che favorirà una nuova stagione di crescita ed investimenti».
Al vertice G7, pugno di ferro con il grande assente: quel Vladimir Putin che incarna una Mosca fuori dal G8 a tempo indeterminato per al questione ucraina e lo scontro fra Kiev e i separatisti russi delle aree orientali del Paese. «I leader condannano l'annessione della Crimea» e «sono pronti, se sarà necessario, a inasprire le sanzioni contro Mosca», ha spiegato Merkel. Già domenica era stato chiaro che con gli Usa si va di fatto verso un prolungamento delle sanzioni, che «non potranno essere sollevate fino all'applicazione completa degli accordi di Minsk».
E alla fine è stato il presidente degli Stati Uniti a incalzare Mosca, accusando il Cremlino di voler «tornare ai fasti dell'impero sovietico».
All'altro «convitato» del summit, il premier ellenico Alexis Tsipras, il messaggio dei sette arriva in prima battuta dalla cancelliera: «Vogliamo che Atene resti nell'Eurozona, ma perché ci sia solidarietà devono esserci delle proposte». Il tempo è poco: «Ogni giorno conta» per la soluzione del negoziato con la Grecia, ha spiegato Merkel, sottolineando che il Paese rischia di fallire e che un'occasione di confronto potrebbe darsi domani a Bruxelles. Il presidente francese Hollande ha annunciato invece un possibile riposizionamento dell'ex troika: le tre istituzioni potrebbero elaborare una nuova proposta.
Ma anche sulla questione Grecia, diventata un simbolo dei danni causati dalle politiche di austerity, il G7 è stato incalzato dai movimenti che in piazza hanno di nuovo rimproverato i governi di fare troppo poco contro le diseguaglianze sociali e di pensare di più al pareggio o all'avanzo di bilancio che alla vita reale delle persone che soffrono di stenti o si ammalano a causa di questa rigidità contabile imposta dalle istituzioni europee e internazionali.