Nascosto in un tir muore nel tunnel sotto la Manica
Dramma sotto alla Manica. Nonostante i ripetuti avvertimenti della società Eurotunnel - che da giorni si appellava alle autorità francesi affinché intervenissero per rafforzare la sicurezza del sito - un giovane migrante di origini eritree è stato ritrovato morto ieri mattina all'interno dell'Eurotunnel: come tanti altri disperati in fuga, il ragazzo cercava di raggiungere la Gran Bretagna.
Secondo quanto riferito da Jean-Pierre Valensi, procuratore della Repubblica di Boulogne-sur-Mer, il ragazzo si era introdotto in compagnia di un'altra quarantina di migranti all'interno del tunnel sotto alla Manica. Secondo le prime ricostruzioni, il giovane di origini eritree è saltato su un tir in movimento e vi si sarebbe nascosto, prima della caduta mortale intorno alle 5.30. Uno dei sei tronconi del passaggio ferroviario è rimasto chiuso per tutta la mattinata. Il traffico degli Eurostar che collegano il continente con la Gran Bretagna non è mai stato interrotto anche se alcuni treni hanno accumulato ritardi di circa tre ore. Appena pochi giorni fa, il 4 luglio, altri 150 migranti avevano cercato di accedere al sito dell'Eurotunnel causando ritardi sia al servizio passeggeri che a quello merci. Il 26 giugno, un altro sans-papiers, in questo caso di origini etiopi, era stato ritrovato senza vita all'ingresso dell'infrastruttura.
L'Eurotunnel, la società che gestisce l'impianto, aveva chiesto «azioni immediate da parte delle autorità per proteggere il tunnel». «È imperativo trovare una soluzione a questo problema ricorrente», ha avvertito ieri il portavoce John Keefe. «Il dispositivo per la sicurezza è attivato in modo permanente», replica la polizia, assicurando di essere sempre presente nei dintorno del sito. Anche se nei giorni scorsi non sono mancate le dure critiche di Eurotunnel in merito al presunto lassismo delle forze dell'ordine francesi. Quello di ieri è il quarto migrante morto nella zona di Calais dal primo giugno.
Intanto, nel sud della Francia, il presidente del Consiglio Generale delle Alpes-Maritimes, Eric Ciotti, ha proposto di effettuare test sulle ossa dei migranti fermati tra Ventimiglia e Mentone per determinare se sono davvero minorenni e quindi se hanno il diritto di non essere rispediti in Italia. Per lui si tratta di una procedura «assolutamente legale», anche se già in passato è stata criticata dalle associazioni per la difesa dei diritti umani.