Diminuiscono i detenuti
Diminuiscono i detenuti nelle carceri italiane. Rispetto al 30 giugno 2010, oggi si registra un calo di oltre 15 mila unità. Un segnale positivo, che però non elimina i problemi legati all’affollamento e alla qualità della vita dietro le sbarre. L’Italia può e deve fare di più. Giunge a questa conclusione il pre-rapporto sulla detenzione in Italia, presentato oggi da Antigone.
Il 30 giugno nelle case circondariali del nostro paese c’erano 52.754 detenuti (2.262 le donne), a fronte di 49.552 posti letto regolamentari. Il 30 giugno 2010 i detenuti erano 68.258. In calo in questi mesi anche il numero degli ingressi dalla libertà (24.071 nel primo semestre 2015), delle custodie cautelari (33,8% contro il 43,4% del 2010) e degli stranieri (32,6% contro il 36,58% del 2010). Per quanto riguarda l’età dei detenuti, ci sono 631 persone ultrasettantenni e 10.538 con meno di 30 anni. I ragazzi nelle carceri minorili sono poco più di 300. Nell’ultimo decennio sono aumentati i detenuti originari di Abruzzo, Calabria, Campania, Molise. In diminuzione invece i pugliesi: erano 4.978 nel 2005, oggi sono 3.730.
A luglio i detenuti sono ulteriormente diminuiti: «Ieri - ha affermato Mauro Palma, consulente per il Ministero della Giustizia - il dato era sceso a quota 52.202, inclusi i 747 in semilibertà. Le donne sono 2.174, di cui 827 straniere». Ma, secondo Antigone, le misure alternative al carcere - di cui in Italia beneficiano 33.247 persone - sono ancora troppo poche: il 55,8% (19.130) dei condannati in cella deve scontare una pena al di sotto dei 3 anni e potrebbe accedere a una misura alternativa. E serve una svolta antiproibizionista nella politica sulle droghe (18.312 i detenuti per reati commessi in violazione della legge sulle droghe).
Anche perchè, ricorda l’associazione, che in queste settimane ha visitato circa 40 carceri, le condizioni di vita in prigione non migliorano. Nei primi 6 mesi di quest’anno sono morte 57 persone, di cui 24 presumibilmente per suicidio. E sono in aumento gli ergastolani (1.603). «Via all’isolamento che produce disperazione e suicidi - chiede il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella - e più diritti alla salute, al lavoro, all’istruzione, alla sessualità e all’affettività». Nell’ambito degli Stati generali sulla pena, l’associazione ha preparato 20 proposte per la riforma dell’ordinamento penitenziario. «Entro la prima decade di settembre - ha affermato Palma - il Ministero convocherà tutti i direttori di carcere: vogliamo uno scatto, un cambio di passo». Sulle carceri «c’è ancora molto da fare».
Nel nostro paese, ha osservato Antigone, «c’è anche una grande disomogeneità tra le condizioni di detenzione» da una prigione e l’altra. Ne sono un esempio i permessi premio: fino al 30 giugno ne sono stati concessi 14.356, tre ogni 10 detenuti. La distribuzione è però diseguale sul territorio. In Puglia, Calabria e Lazio viene concesso circa un permesso ogni 10 detenuti, in Sardegna 5 ogni 10, in Lombardia 6 ogni 10. Una nota positiva, ha concluso l’associazione, è la presenza di assistenti volontari in prigione: «circa 15 mila, una ricchezza unica in Europa».