Nel tir 71 vittime soffocate C'erano anche 4 bambini
Il bilancio effettivo è anche più tragico delle stime peggiori fatte a caldo: sono infatti 71 i corpi senza vita ritrovati sul tir abbandonato in autostrada, in Austria. Erano molto probabilmente profughi siriani, e fra loro ci sono quattro bambini.
Anche le indagini però sono andate avanti, e in Ungheria quattro persone sono state fermate. Tre cittadini bulgari e un afgano, stando agli inquirenti di Budapest, che non precisano ruoli che i sospetti avrebbero nella vicenda.
Gli inquirenti austriaci hanno parlato invece anche di un fermato ungherese, affermando che agli arresti sarebbero finiti il proprietario e due conducenti.
Vienna annuncia immediate contromisure: tolleranza zero con i trafficanti, e un rafforzamento dei controlli ai confini. Mentre si continua a invocare una soluzione europea al dramma dei richiedenti asilo. La distribuzione dei profughi nei 28 Paesi Ue, secondo quote giuste, è ritenuta prioritaria dal governo austriaco. Mentre Angela Merkel e Joachim Gauck hanno proseguito la loro moral suasion, nelle bilaterali col premier danese e col presidente polacco, in visita nella capitale tedesca ieri.
A bordo del tir individuato giovedì mattina lungo la A4 nel Burgenland, fra Parndorf e Neusiedl am See, gli inquirenti austriaci hanno trovato i cadaveri di 59 uomini, di 8 donne, una bimba di meno di due anni, e due bambini di età fra gli 8 e i 10 anni. Sul camion sono stati rinvenuti poi dei documenti siriani: di qui le conclusioni sulla possibile provenienza del gruppo. E secondo gli investigatori, i quali ritengono probabile che la morte sia avvenuta davvero per soffocamento, a bordo del tir, finiti in questa trappola mortale i profughi avrebbero cercato di uscirne: esistono segni chiari di tentativi di aprire il cassone del mezzo dall'interno. E dire che, per affrontare il viaggio che li ha condotti a una morte atroce, è presumibile che abbiano pagato dai 3 ai 5 mila euro ai trafficanti, secondo le cifre fatte dal capo della polizia del Land Hans Peter Doskozil, esperto del fenomeno. L'autostrada su cui il camion di produzione slovacca, con la targa ungherese, è rimasto a lungo inosservato, è nota per la «tratta dei profughi». Sono molti gli arresti che avvengono proprio in questa zona, non lontana dal confine con l'Ungheria.
E la polizia ha dichiarato di essere in difficoltà: i tir di passaggio sono tantissimi, «non possiamo controllarli tutti». Nei prossimi giorni ci si attende un aumento del flusso di richiedenti asilo - l'Austria ha calcolato che nel 2015 i profughi che raggiungeranno il Paese toccheranno la cifra record di 70 mila - e Vienna chiede a Bruxelles soluzioni veloci. «Cruciale è la divisione equa delle quote», ha affermato il ministro dell'Interno Johanna Mikl Leitner. Un concetto ribadito anche da Merkel, che a Berlino, incontrando il premier danese Rasmussen ha tirato ancora una volta in ballo Italia e Grecia: «Possiamo immaginare i centri di registrazione in questi paesi, ma questi ci saranno soltanto se anche per Italia e Grecia sarà chiaro che non sono chiamate a prendere in carico tutti coloro che vedono riconosciuto il loro diritto d'asilo. Per questo noi diciamo che c'è bisogno di un sistema equo di quote».
Intanto l'Estonia sta progettando di erigere una barriera lungo tutto il suo confine con la Russia con l'intento di «sicurezza estone e dell'intera area Schengen», in una decisione che appare collegata più alla crisi ucraina e alla crescente tensione fra l'Estonia e le altre repubbliche baltiche ex sovietiche e Mosca che all'immigrazione. I lavori inizieranno nel 2018 e la barriera, alta 2 metri e mezzo seguirà solo 110 chilometri del confine russo sui 294 totali, perché la parte restante attraversa il grande lago Peipus. Viene stimato un costo di 71 milioni di euro.