Coca-Cola pubblica una mappa della Russia con la Crimea, Kiev protesta
Quando c’è di mezzo la politica, tutto si complica. Persino per un gigante come Coca-Cola. Il colosso delle bibite si è infatti scusato ufficialmente con l’Ucraina per aver pubblicato - sui social network della sezione russa della compagnia - una mappa della Russia che includeva all’interno dei confini del Paese anche la Crimea. Decisione che ha suscitato l’immediata risposta sdegnata di alcuni deputati ucraini. «I cittadini riporteranno Coca-Cola sulla terra boicottando i suoi prodotti», ha ad esempio tuonato il parlamentare Mustafa Nayyem - come ricorda Interfax.
Peccato che l’aggiunta della Crimea fosse stato già frutto di un «rattoppamento» precedente, visto che - sempre sui social - era stata pubblicata una mappa della Russia non solo senza Crimea, ma senza neppure la regione di Kaliningrad - territorialmente separata da Mosca ma pur sempre Russia - o le isole Curili, quattro delle quali rivendicate anche dal Giappone.
E anche lì, commenti infuocati. Quindi nuova mappa. «Ci scusiamo sinceramente per questo episodio», scrisse allora Coca-Cola in un commento. «La cartina è stata aggiustata! Speriamo nella vostra comprensione». Quella dei russi sì, ma non quella degli ucraini.
A quel punto è stato l’ufficio ucraino della Coca-cola a dover intervenire e, in un colloquio con la Ukrayinska Pravda, la pubblicazione della mappa «corretta» è stata definita come un «fraintendimento» e che la compagnia «non sostiene nessuno movimento politico o partito». «Il nostro compito è quello di produrre bevande di qualità: lavoriamo per la pace e rispettiamo il diritto internazionale». Come fai sbagli, insomma. La società - terza, ovviamente - che aveva prodotto la mappa e stava amministrando le pagine social - è stata contattata e i contenuti sono stati rimossi.
Però, visto che Coca-Cola è Coca-Cola, l’incidente non poteva finire lì. Così altri deputati ucraini hanno minacciato una causa milionaria per «danni morali». Infine l’intervento della casa madre. L’alto dirigente Clyde Tuggle ha infatti scritto una lettera di scuse all’ambasciatore ucraino negli USA chiarendo che la mappa «galeotta» è stata creata dell’agenzia terza senza che Coca-Cola «fosse stata informata» ma che comunque l’azienda «se ne assume la responsabilità».