Ugo Rossi difende l'autonomia a Roma. «La Costituzione difenda le regioni virtuose»
Con il Patto di Milano prima e quello di Garanzia poi Trento e Bolzano hanno di fatto realizzato i principi del federalismo fiscale in un'ottica di partecipazione responsabile all'obiettivo del risanamento dei conti dello Stato. Lo ha ricordato il governatore del Trentino, Ugo Rossi che questa mattina ha tenuto a Roma un'audizione davanti alla commissione parlamentare presieduta dall'onorevole Giancarlo Giorgetti. Dopo aver brevemente illustrato le ragioni storiche dell'autonomia trentina, Rossi ha ricordato che il tema del risanamento dei conti dello Stato è stato affrontato in una logica pattizia e nel rispetto delle prerogative dello Statuto posto che "le autonomie speciali hanno cercato di evitare che la giusta tensione a questo obiettivo comprimesse l'autonomia".
Per questo nel 2014 è stato siglato un nuovo accordo che ha modifica ulteriormente il Patto di Milano alzando il livello contribuzione delle province. "Ad oggi - ha spiegato il governatore - la sommatoria di questi impegni raggiunge circa il 33 per cento dei nostri volumi finanziari. Questo è stato il modo con cui le autonomie di Trento e Bolzano hanno deciso di "non chiamarsi fuori" rispetto al giusto obiettivo che lo Stato si è dato, ma è chiaro che intendiamo farlo nella misura in cui rimanga intatta la possibilità istituzionale e decisionale di esercitare l'autogoverno che ha prodotto risultati positivi non solo per le popolazioni residenti su territorio ma anche su costo complessivo dell'esercizio diretto delle competenze".
Secondo Rossi si tratta di un meccanismo collegato alla riforma costituzionale in corso che prevede tra l'altro quella clausola di salvaguardia in virtù della quale le autonomie di Trento e di Bolzano si adegueranno al processo in atto ma nel rispetto delle proprie "specialità". "Siamo anche convinti - ha aggiunto - che dentro la riforma costituzionale sia stato importante mantenere i principi dell'articolo 116 terzo comma della Costituzione perché per vincere la sfida del risanamento dei conti pubblici è necessario valorizzare i territori che hanno dimostrato capacità di buona gestione amministrativa. Pensiamo sia possibile immaginare un regionalismo ad assetto variabile dove sia conveniente per lo Stato individuare competenze e funzioni che le Regioni in grado di farlo possono esercitare garantendo risultati positivi in termini di qualità e di contenimento dei costi. Un esempio esiste già e riguarda la funzione più regionalizzata, ossia quella sanitaria che offre indici di assoluta qualità e relativa sostenibilità economica. Ecco perché pensiamo che il percorso che la nostra autonomia ha compiuto possa essere utile a stimolare Stato e Regioni virtuose per un pieno utilizzo dell'articolo 116 nel gestire dinamiche e problemi nel luogo più vicino possibile a dove si originano".
"Come autonomie - ha concluso Rossi - ci sentiamo impegnati a portare il nostro contributo per cercare di dimostrare che ciò è possibile".