Sofferenze bancarie e riforma Bcc, possibile un rinvio
Mettere nero su bianco, in punta di diritto, le norme che traducono l’accordo con Bruxelles sulla garanzia che lo Stato concederà alle banche per liberarsi più facilmente delle sofferenze. Ma anche anticipare parte delle misure contenute nel ddl di riordino del diritto fallimentare, per accelerare il recupero crediti.
Sono i nodi su cui sono ancora al lavoro ministero dell’Economia e della Giustizia, con l’obiettivo di portare sul tavolo del governo un maxi-decreto banche insieme alla riforma delle Bcc. Riforma, pronta da settimane e con il benestare del mondo cooperativo, che alla fine potrebbe essere l’unica, in un testo ad hoc, ad essere varata dal consiglio dei ministri in programma per venerdì.
Ma l’ipotesi più quotata in ambienti di maggioranza è quello di un nuovo rinvio, di qualche giorno, dell’intero pacchetto.
L’intenzione dell’esecutivo, infatti, rimane quella di inserire tutte le nuove norme che interessano il sistema bancario in un unico decreto, più agile da gestire in Parlamento, anche se ancora permangono dubbi, anche all’interno dello stesso governo, sull’opportunità invece di spacchettare gli interventi sulle sofferenze dalla riforma del credito cooperativo. Una decisione, con ogni probabilità, sarà presa oggi, quando il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, incontrerà il premier Matteo Renzi di rientro dal viaggio in Africa.
E quando si riuniranno anche i tecnici nel pre-consiglio, per gli ultimi confronti in particolare sulle misure fallimentari.
In pole per essere scorporate dal ddl sui fallimenti (una delega, con tempi lunghi quindi per essere attuata) le norme sulla specializzazione dei tribunali e quelle sull’albo dei curatori delle procedure concorsuali, frutto del lavoro di una apposita commissione parlamentare istituita dal ministro della Giustizia Orlando e presieduta da Renato Rordorf, ex commissario Consob, da poco presidente aggiunto della Cassazione.
E potrebbero transitare dal decreto anche alcune delle norme proposte dal ministero dello sviluppo economico per la revisione delle procedure di amministrazione straordinaria che riguardano le grandi aziende (ex legge Prodi).
Allo studio ci sarebbe anche l’istituzione di una banca dati dei crediti deteriorati, ritenuta utile dagli esperti del settore specialmente per le banche medio-piccole, per ridurre gli elementi di incertezza che frenano i prezzi di vendita dei crediti in sofferenza. Gli istituti più grandi, peraltro, stanno già organizzando processi di raccolta delle informazioni e di valutazione interna in modo da rendere disponibili tutti i dati ordinati e digitalizzati quando si manifesterà interesse da parte degli operatori.
Si tratterebbe comunque di una misura di ‘corollariò rispetto alla declinazione della Gacs, la nuova garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze.
Capitolo ancora in via definizione, su cui più si sta concentrando in queste ore il lavoro dei tecnici. I dettagli sullo schema sono molto attesi dagli operatori, che già si sono confrontati nei giorni scorsi in una conference call con il capo della segreteria tecnica del Tesoro, Fabrizio Pagani, e con il capo della Direzione sistema bancario e finanziario-affari legali Alessandro Rivera.
«Se l’ammontare della tranche senior pesasse per il 50% del prezzo pagato, le valutazioni degli investitori potrebbero aumentare del 10-20%» è la stima degli esperti del Cerved, che valutano fino a «70 miliardi il volume di Npl gestibile» grazie al nuovo meccanismo «nel caso in cui l’ammontare della tranche senior fosse effettivamente pari al 50%».