Pena di morte in Iran Uccise 969 persone
Nel 2015 in Iran è stato registrato il triste record delle esecuzioni: 969, con un aumento del 29 per cento rispetto al 2014. Lo riferisce la Iran Human Rights Italia (Ihr) nel suo rapporto annuale, presentato a Roma.
Un rapporto in cui Ihr afferma che l’anno appena trascorso «è stato il più buio della storia dell’Iran per quanto concerne il numero di esecuzioni». Il numero di reati punibili con la pena capitale in Iran è tra i più alti al mondo. Il numero delle persone messe a morte dopo esser state condannate per reati di droga è di gran lunga il maggiore: 638, mentre per omicidio ne sono state impiccate 207.
E in aumento è anche il numero delle esecuzioni in pubblico. Sono state 57, spesso, anche alla presenza di bambini, come documentano diverse foto reperite da Ihs sui media ufficiali. Di molte delle esecuzioni avvenute - circa il 60 per cento - la stampa iraniana non ha dato notizia, mette in evidenza Ihr nel suo rapporto, precisando che al numero di 969 si è giunti utilizzando altre fonti, come le famiglie delle vittime o testimoni oculari, avvocati o fonti all’interno di prigioni.
Nel rapporto sono riportati quindi «i numeri che siamo riusciti a confermare, ma i numeri veri sono probabilmente molto più alti», afferma Mahmood Amiry Moghaddam, portavoce internazionale di Iran Human Rights, sottolineando d’altro canto che il rapporto riporta «statistiche e numeri, ma non bisogna mai dimenticare che dietro ogni numero c’è un essere umano».
C’è però almeno una buona notizia. Il numero delle persone che scelgono il “perdono” è in aumento. Ovvero sono sempre di più le famiglie delle vittime di omicidio che scelgono di perdonare l’assassino e di far decadere così la legge del taglione. Lo scorso anno ci sono stati 262 casi del genere, mentre nel 2014 erano stati 207. Un segnale che anche nella società civile cresce l’opposizione alla pena capitale.