Allarme Unicef: a Falluja intrappolati 20mila minori

Sono circa 20mila i bambini e i ragazzi rimasti a Falluja, città a ovest di Baghdad che le forze governative irachene stanno cercando di strappare all'Isis. L'allarme è lanciato dall'Unicef, che chiede «a tutte le parti di proteggere» i minori e «di mettere a disposizione un passaggio sicuro a chi vuole uscire dalla città». Alla periferia sud di Falluja si sono recati in visita ieri il premier iracheno Haidar al Abadi e il presidente del parlamento Salim Jabburi. Il primo ministro, vicino all'Iran, ha ribadito la convinzione che «nei prossimi giorni la bandiera irachena sventolerà sugli edifici di Falluja». La battaglia si presenta però lunga, affermano gli esperti.

Gli stessi generali iracheni incontrati da Abadi sulla linea del fronte a Falluja ammettono che le forze lealiste procedono con lentezza «a causa delle numerose mine piazzate dall'Isis e dai cecchini» presenti ovunque. Falluja è stata una delle prime città a cadere in mano all'Isis nel 2014 ed è l'ultima roccaforte jihadista nell'ovest iracheno. Tra i pericoli per i minorenni a Falluja, l'Unicef cita «il reclutamento forzato, le strette misure per i controlli di sicurezza e la separazione dalle loro famiglie». Le milizie sciite filo-iraniane ammettono che i ragazzi di età superiore ai 15 anni sono considerati potenziali miliziani dell'Isis e vengono quindi sottoposti a interrogatori e altri controlli.
L'Unicef parla anche di «rischi estremi e crescenti» per i minori intrappolati nella città assediata da mesi dalle forze governative, dove «cibo e medicinali si stanno esaurendo ed è limitata la disponibilità di acqua pulita». Nei giorni scorsi sono circolati inoltre vari allarmi sulla possibilità che l'Isis usi i civili come scudi umani e recluti bambini per combattere.

Dall'altro lato della frontiera del cosiddetto Stato islamico, nel nord della Siria, le milizie curde sostenute dagli Stati Uniti avanzano contro l'Isis nel cuore dell'ultimo territorio controllato dai jihadisti a ridosso del confine con la Turchia.

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