Dal Trentino a Corleone I giovani contro la mafia
«Liberarci dalle spine» è il nome del campo estivo organizzato da Arci del Trentino - in collaborazione con la sede altoatesina - che si sta svolgendo in questi giorni a Corleone, in Sicilia, e che vede la partecipazione di una ventina di ragazzi dai 16 ai 25 anni. Un' esperienza altamente formativa, volta a sensibilizzare le giovani generazioni sui temi della cittadinanza attiva e contro tutti i tipi di mafie.
Attivi sin dal 2005, i campi per la legalità sono promossi a livello nazionale da Arci, Cgil, Rete degli studenti medi, Unione degli universitari e Rete Libera e hanno visto la numerosa partecipazione di centinaia di persone in ogni stagione dell'anno. I campi della durata di circa 10 giorni si svolgono con la collaborazione di educatori e persone impegnate quotidianamente nella formazione di una nuova cultura contro tutti i tipi di corruzione, di impegno civile e formazione sui beni confiscati alle mafie.
A vent'anni dall'entrata in vigore della legge 109/96 - che prevede il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata - l'obiettivo perseguito dalla rete dei soggetti organizzatori non è cambiato: restituire terreni ed immobili alla comunità, lavorando per renderli nuovamente produttivi e occasione di riscatto e di emancipazione per la popolazione. Proporre iniziative culturali, formative e informative sulla difesa della democrazia, della legalità, della giustizia sociale e del diritto al lavoro.
«I ragazzi trentini - spiega Andrea La Malfa, coordinatore nazionale dell'Arci, la più grande associazione ricreativa e culturale italiana, con oltre 5.000 circoli disseminati lungo lo stivale - hanno avuto l'occasione di prepararsi anticipatamente alla partenza, frequentando incontri e partecipando ad iniziative locali per conoscere la nostra associazione, le finalità che la muovono e soprattutto per imparare a farsi portatori di un nuovo modo di pensare la legalità».
I campi sono aperti a giovani dai 16 ai 25 anni, che possono iscriversi versando una quota simbolica considerato che sono cofinanziati dal tavolo delle politiche giovanili di entrambe le province autonome.
Il programma prevede diverse attività, laboratori e campi di lavoro, nelle località siciliane teatro di sanguinose faide mafiose. Qui i ragazzi lavorano a stretto contatto con i soci della cooperativa «Lavoro e non solo» impegnati nella coltivazione di terreni agricoli confiscati ai mafiosi dove si producono legumi in particolare, come ceci e lenticchie, e dove si vinifica anche il famoso vino «Nero d'Avola» commercializzati in tutta Italia. Nei giorni scorsi, l'assessora provinciale Sara Ferrari e il collega altoatesino Christian Tommasini, hanno raggiunto i ragazzi in Sicilia in occasione dell'incontro con Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia il 19 luglio di 24 anni or sono.
Il rientro è previsto per il 29 luglio prossimo. Maggiori informazioni e su date e prossimi campi sono disponibili sul sito Arcideltrentino.it.