Nuovi direttori ai Tg Rai L'opposizione attacca
I giochi sarebbero fatti: Mario Orfeo confermato alla guida del Tg1, Ida Colucci promossa alla direzione del Tg2 al posto di Marcello Masi, Luca Mazzà al vertice del Tg3 in sostituzione di Bianca Berlinguer.
Nel totonomine d'agosto che impazza alla Rai, si andrebbe così componendo il puzzle, tutto interno all'azienda, che vedrebbe anche Vincenzo Morgante confermato alla TgR e Nicoletta Manzione, corrispondente da Berlino, in pole per Rai Parlamento. Le proposte formali del direttore generale Antonio Campo Dall'Orto - e i relativi curricula - potrebbero però arrivare ufficialmente sulle mail dei consiglieri soltanto domani mattina, 24 ore prima del voto in cda che è slittato a giovedì. Una scelta dettata probabilmente da ragioni di "correttezza istituzionae" nei confronti della Vigilanza, come richiesto da più parti, sinistra Pd compresa: domani sera a San Macuto sono attesi la presidente Monica Maggioni e il dg Campo Dall'Orto per illustrare il piano per l'offerta informativa, firmato dal direttore editoriale Carlo Verdelli e primo punto all'ordine del giorno del cda di domani mattina.
Nel pomeriggio, invece, presidente e dg saranno ricevuti all'Autorità anticorruzione, per riferire sulla questione delle nomine di manager esterni.
Se Antonio Di Bella è destinato a restare saldamente al vertice di RaiNews 24 - e intanto festeggia lo scoop dell'intervista al presidente turco Erdogan - in ballo ci sarebbero anche Radiorai (il nome sarebbe quello di Andrea Montanari) e soprattutto le nuove collocazioni per la Berlinguer, che avrebbe rifiutato la conduzione di una striscia quotidiana prima del Tg3 delle 19 e starebbe valutando l'ipotesi di un doppio appuntamento serale, e per Masi, per il quale sarebbe pronta la poltrona di vice di Verdelli.
E proprio in difesa del direttore uscente del Tg2 scende in campo il ministro dell'Interno e leader di Ap Angelino Alfano, parlando di "ingiusta punizione": "Leggo che la sua sostituzione avviene per giustificare quella al Tg3 della dottoressa Berlinguer. Se il tutto si fa in una logica di sfida a sinistra per il controllo del Tg3, è un qualcosa di molto vecchio".
Resta sulle barricate l'opposizione, che accusa il governo di 'normalizzarè i tg Rai per preparare la campagna mediatica in vista del referendum costituzionale.
"Renzi sta accelerando il valzer delle nomine a prima della pausa estiva per poter mettere in moto la macchina per la sua propaganda già per fine agosto", avverte Roberto Calderoli della Lega. Il premier "sta facendo carne da porco della Rai", è l'affondo di Renato Brunetta (FI).
L'esecutivo punta ad "allineare tutte le testate sul Sì al referendum, neutralizzando le voci più autonome come quella di Bianca Berlinguer", afferma Alfredo D'Attorre di Sinistra italiana. E se il M5S torna ad attaccare Orfeo e il Tg1, "megafono del sì al referendum", critiche arrivano anche dall'Usigrai: "Il dg smentisce se stesso: contano i nomi, contano le poltrone, il piano può arrivare dopo".
"Nessuno scandalo: fare le nomine è una prerogativa dell'azienda", replica dal Pd Francesco Verducci, purchè "prima ci sia la presentazione del piano editoriale".
In cda Carlo Freccero, che per primo ha gridato al rischio di epurazione ai danni della Berlinguer e anche oggi non nasconde la sua "indignazione" ("Non abbiamo ancora il piano editoriale, nè i curricula"), si appella alle regole e chiede che quella di giovedì sia una riunione ad hoc, per rispettare i tempi dello statuto. "Dopo le indiscrezioni di questi giorni non fare le nomine significherebbe lasciare le persone e i tg in una situazione di precarietà che non va bene per nessuno - commenta Franco Siddi -.
Si facciano avvicendamenti che abbiano una loro ratio o si confermino i direttori che non possono restare in un tritacarne infinito. È nell'interesse della Rai e dei singoli trovare subito una soluzione".