Stanchina: «Basta liti e chiacchiere, adesso in giunta bisogna lavorare»
«Faccio un passo indietro volentieri, ma occorre che si facciano cinque passi avanti per la città. Altrimenti il rimpasto non sarà servito a nulla». Roberto Stanchina, assessore a politiche economiche, agricoltura, tributi e turismo, accetta il nuovo assetto uscito dalle decisioni di Alessandro Andreatta. Il sindaco, per cercare di trovare la quadra e di non perdere, dopo Salvatore Panetta e Paolo Castelli (Upt) considerati critici con la maggioranza, anche il voto di Dario Maestranzi del Patt, venerdì ha incontrato quest'ultimo per assegnargli la delega al Bondone. Delega che è stata assegnata dopo che quella all'adunata degli alpini era stata promessa a Massimo Ducati. Azione che il sindaco ha dovuto fare per poter contare su una maggioranza potenziale di almeno 23 posti (contro i 25 usciti dalle elezioni).
Da Stanchina, che dovrà cedere una parte delle sue competenze e il posto nel consiglio di amministrazione dell'Apt, arriva l'auspicio che dopo le decisioni del sindaco, si possa tornare a concentrarsi sul futuro della città.
«Mi trovo d'accordo con le scelte del sindaco e faccio un passo indietro volentieri, cedendo il posto nell'Apt, ma poi occorre farne 5 avanti. Adesso basta con le chiacchiere e i mal di pancia e con i malumori e sotto a lavorare. Perché qui stiamo ragionando sul futuro della città e non sul futuro di Andreatta o Maestranzi». Per Stanchina, il tempo e la possibilità di lasciare il segno nella consiliatura non mancano, anzi. «Ci sono ancora tre anni e mezzo di tempo - sottolinea l'assessore - occorre puntare su tre progetti e spingere senza sosta per portarli a termine». Una priorità riguarda maggioranza e minoranza senza distinzioni, perché ha a che fare con la vivibilità di Trento per tutti coloro che la abitano.
«La città ha bisogno di un segnale concreto sulla sicurezza, questo è il tema principale in questa fase. Mercoledì in consiglio comunale abbiamo visto cosa accade in Santa Maria e in piazza Dante. Occorre intervenire concretamente, e l'idea, ad esempio, di chiudere piazza Dante non va esclusa». Ma per Stanchina non si deve pensare di dare risposte parziali. «Il problema della sicurezza non si può solamente spostare. Non è che se piazza Dante diventa sicura, ma poi la questione si sposta in San Martino si può parlare di aver centrato l'obiettivo. Occorre risolvere definitivamente il problema, eliminandolo». Stanchina una proposta la fa: «Puntare sugli eventi in città, facendola vivere e ridando così gli spazi ai cittadini».
Stanchina propone poi alla maggioranza un altro progetto concreto: «Se decidiamo che Trento diventi città dello sport, oltre che della cultura, allora partiamo dal futuro dello stadio per il Trento e dalla piscina da realizzare. E si metta mano al campo Coni, altrimenti rischia di morire».
Meno Stanchina ritiene di puntare sul Prg: «Il Prg per me è uno strumento vecchio, servono tre anni per portarlo a casa, mentre oggi in tutta Europa si è cambiata la mentalità e il metodo e si punta a lavorare per obiettivi e casi specifici». Tra questi Stanchina inserisce per Trento anche la nuova mobilità, compresa «quella per il Bondone, per la quale fino a che ho forze sosterrò l'importanza di realizzarla». Fondamentale per la maggioranza che si «raggiungano gli obiettivi concreti che ci si propone. Altrimenti anche il rimpasto non sarà servito».