Krekar non sarà estradato Italia rinuncia a procedura

Le autorità di sicurezza norvegesi hanno reso noto che l’Italia ha rinunciato alla richiesta di estradizione del mullah Krekar, detenuto in Norvegia e sospettato dalla giustizia italiana di essere a capo di un gruppo, con radici anche in Regione, a Merano, che voleva instaurare un califfato al posto del governo eletto in Kurdistan, di preparare attentati in Europa e reclutare combattenti per la Jihad. Najmaddin Faraj Ahmad, conosciuto come Mullah Krekar, verrà rilasciato oggi, ha precisato l’agenzia di sicurezza norvegese.

Ma non c’è stata - a quanto si apprende - nessuna rinuncia da parte del ministero della Giustizia alla richiesta di estradizione del mullah Krekar.

La magistratura, cioè il gip di Trento, ha revocato l’ordinanza cautelare nei confronti del mullah e dunque non c’è alcun titolo da eseguire.


Alcuni giorni fa la Corte Suprema norvegese aveva respinto l’appello presentato dal mullah Krekar contro l’estradizione in Italia, aprendo così la strada alla sua consegna alla giustizia italiana.

La nuova decisione italiana di non richiedere l’estradizione, invece, è basata sui «giudizi espressi dalle autorità italiane in connessione con il procedimento penale», ha riferito il ministro della Giustizia norvegese Anders Anundsen.

Il 60enne iracheno Krekar, detenuto in Norvegia ed anche in possesso di un permesso di soggiorno norvegese, è accusato di far parte della cellula meranese Rawtu Shax, insieme con altri cinque presunti jihadisti che saranno processati il prossimo 13 marzo a Bolzano.

In tutto 13 persone, tra cui Krekar, erano state arrestate un anno tra Italia, Gran Bretagna e Norvegia. Secondo le autorità italiane, che coordinano le indagini al livello europeo, il mullah aveva costituito un’imponente network di seguaci che comunicavano via internet. Krekar è ritenuto il fondatore di un gruppo jihadista curdo Ansar-al Islam che voleva creare un califfato nel Kurdistan iracheno. Tale gruppo nel 2014 è confluito nell’Isis.

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