Slot machine, braccio di ferro tra il governo e gli enti locali
Continua il braccio di ferro fra gli enti locali e lo Statoi sulla regolamentazione della presenza sul territorio delle sale che ospitano slot machine e giochi simili.
Daun lato, i territori che cercano di intervenire con provvedimenti restrittivi per contrastare la ludopatia e altri rischi sociali, dal’altra lo Stato che in questo settore afferma di voler far convivere business (e relative entrate) e tutela della salute.
Il governo oggi ha ribadito che vuole la riforma del settore giochi d’azzardo, con la «ferma volontà di raggiungere un’intesa con tutti».
Lo ha detto il sottosegretario all’economia con delega ai Giochi, Pier Paolo Baretta, in un’audizione in commissione finanze del Senato presentando anche una nuova proposta finalizzata a raggiungere un’intesa in Conferenza unificata sul riordino del gioco pubblico.
«Se la preoccupazione delle Regioni fosse quella che la nostra proposta» sulla distanza dei punti gioco da luoghi di culto, scuole e Sert, «essendo affidata alla volontà dei sindaci, non garantisse una completa omogeneità territoriale, si potrebbe valutare, nel caso di intesa, di adottare non solo una distanza massima (150 metri), ma anche una minima, ad esempio di 50 metri, oggi non prevista, che consentirebbe di avere ovunque una protezione minima obbligatoria, indipendentemente dalla volontà degli amministratori».
«Nulla osta poi - ha aggiunto - che, se la Conferenza Unificata lo ritenesse, si possa prevedere a maggiore garanzia che la gestione delle distanze proposte, oltre che affidata ai sindaci, preveda un diretto coordinamento delle Regioni».
Questa proposta, ha precisato Baretta a margine dell’audizione, «può essere considerata in caso di intesa». «È un’ulteriore apertura - ha detto - alle aperture però deve corrispondere una disponibilità».
Sull’impianto di riordino del gioco pubblico, ha chiarito il sottosegretario parlando davanti alla Commissione, «si è raggiunta l’intesa con gli Enti locali e una parte delle Regioni.
Un’altra parte delle Regioni, che si fanno rappresentare dalla Lombardia, contesta sopratutto le distanze e gli orari.
Sulle distanze la controproposta prevede 300 metri da scuole, chiese, ospedali, centri sanitari, centri per anziani, centri di aggregazione giovanile, impianti sportivi, sale da ballo.
Per gli orari propone l’apertura massima dei punti gioco per 8 ore. È evidente - secondo Baretta - che l’esito di questa proposta è l’interdizione del gioco da qualsiasi territorio che non sia l’alta montagna e alcuni tratti isolati della Pianura Padana».
Una soluzione che invece «ne abolisca circa l’80% in alcune zone e addirittura il 100% in altre (come avverrebbe per la proposta alternativa) si muove in una logica proibizionista che non corrisponde al compito di regolare il settore».
«L’intenzione del governo è andare avanti - ha spiegato Baretta - non possiamo lasciare la situazione così com’è. Non si sottovaluti la svolta introdotta» con questa nuova proposta.
Un altro caposaldo per il riordino dei giochi pubblici riguarda la manovrina, attualmente in discussione alla Camera: Baretta ha annunciato un «emendamento che anticipa, tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018, la riduzione degli apparecchi Awp, a cominciare dai generalisti secondari e dai bar e tabacchi.
La riduzione si attesterà a circa il 35% delle macchine presenti oggi sul mercato, essendo, attualmente, poco più di 400 mila i nulla osta».