I trentini del Myanmar accolgono il Papa - Video
A Yangon (l’ex Rangoon), principale città del Myanmar, c’era anche una comunità di trentini ad accogliere papa Francesco, in viaggio ufficiale nel paese asiatico.
Tra questi anche Beatrice Bridi, imprenditrice trentina, da un anno e mezzo vive lì dove ha impiantato assieme al padre Paolo un’azienda che aiuta le imprese italiane a entrare nel mercato birmano anche cercando distributori locali con cui stabilire contatti. Sono loro che ci hanno girato immagini e video dell’arrivo di papa Bergoglio.
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Domani il Papa incontrerà le autorità politiche e nel pomeriggio si rivolgerà al popolo birmano. C’è curiosità tra gli osservatori internazionali per vedere se parlerà del dramma dei Rohingya, popolazione di fede musulmana vittima da mesi di una pulizia etnica che li sta spingendo in massa al di là del confine bengalese.
«Papa Francesco - prevede Patrizia Saccaggi - è molto intelligente e non credo che affronterà pubblicamente una questione che sta mettendo in grossa difficoltà Aung San Suu Kyi e il governo, che devono agire con grande cautela per evitare la trappola tesa dai militari che hanno fomentato i disordini e scatenato le persecuzioni. Se loro si schierassero apertamente in difesa di quella popolazione verrebbero sommersi dalle proteste della maggior parte della gente ma penso che il Papa riuscirà a volare alto, parlando di pace e di fratellanza per far capire che scontri e pulizia etnica devono finire».
Un altro trentino che ha in un certo senso messo qualche radice in Myanmar è Luigi Nodari, albergatore di Torbole che dieci anni fa, in pieno regime militare, mentre era in viaggio con la famiglia incontrò delle suore laiche focolarine che cercavano di avviare un’iniziativa nel segno dell’economia di comunione. Lui accettò la sfida e riuscì a inviare i macchinari dall’Italia per impiantare una gelateria a Yangon. Nodari tornerà in Myanmar l’8 dicembre per seguire l’apertura di una seconda gelateria in un’altra città, tardi per incontrare Papa Francesco ma comunque in tempo per dare una mano a un Paese che vuole rialzarsi in piedi.