Parlamentari decimati Panizza l'«inamovibile»
Iniziata la campagna elettorale con promesse ai cittadini e vendette interne
Queste elezioni politiche si preannunciano come un terremoto per la delegazione parlamentare uscente del Trentino Alto Adige, che rischia di essere decimata già prima del voto, lasciando sparuti superstiti. Tra i sette senatori l'unico che ad oggi è certo di ricandidarsi - con concrete possibilità di rielezione - è il segretario del Patt, Franco Panizza , tutti gli altri sembrano destinati - volenti o nolenti - a restare a casa per ragioni diverse. Giorgio Tonini (Pd) ha raggiunto il limite di mandati e non intende chiedere la deroga. Il sindaco di Dro, Vittorio Fravezzi (Upt) - al contrario - ha alle spalle solo 5 anni al Senato ma si trova sulla sua strada il segretario del partito, Tiziano Mellarini, che mira proprio al suo collegio, quello della Vallagarina.
Allo stesso modo, il senatore della Lega nord, Sergio Divina , nonostante la sua dichiarata contrarietà, sarà sacrificato per lasciare il posto al segretario del Carroccio trentino, Maurizio Fugatti , intenzionato a candidarsi nel collegio per la Camera della Valsugana, oltre a guidare il listino proporzionale della Lega. Infine, si azzera tutto in Alto Adige, dove i tre uscenti - i due Svp Karl Zeller e Hans Berger nonché il costituzionalista Francesco Palermo - hanno annunciato di averne abbastanza. Anche la squadra dei deputati uscenti è ad alto rischio e c'è chi è già fuori dai giochi. Escluso dalla corsa, salvo decida di imbarcarsi all'ultimo minuto su qualche nuova scialuppa improvvisata, è il deputato arcense Mauro Ottobre , che è rimasto senza partito dopo essere uscito dal Patt con cui era stato eletto nel 2013. Ma anche gli altri due deputati eletti con il centrosinistra autonomista sono in forse.
L'onorevole Michele Nicoletti , già segretario del Pd del Trentino, nonostante stia per concludere il suo primo mandato, non ha trovato fino ad ora nessuna voce nel partito - salvo quella dell'amica presidente del Pd e consigliera Donata Borgonovo Re - che abbia speso una parola per almeno valutare quanto ha fatto, prima di pensare di rimpiazzarlo con altri aspiranti candidati. A contendergli il posto è soprattutto il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi , in fuga da una giunta a trazione Rossi. Ieri il segretario del Pd trentino, Italo Gilmozzi, ci ha tenuto a precisare che Olivi non ha comunicato al partito che ha deciso di candidarsi ma «si è riservato di valutare eventuali richieste di candidatura, ben conscio dell'importante ruolo attualmente ricoperto, politico ed istituzionale, in seno alla giunta provinciale». Della serie: non sono io che mi candido ma è il partito che me lo chiede.
Fatto sta che proprio la presenza di Olivi mette a rischio la ricandidatura del deputato Nicoletti perché il Pd si troverà probabilmente a dover candidare un solo uomo e due donne nei collegi uninominali, per la regola sulle quote di genere, se l'Upt non farà la sua parte schierando una donna oltre a Mellarini. La difesa della ricandidatura di Nicoletti da parte di Borgonovo Re e la reazione immediata del presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti sono rivelatrici del duello in atto tra gli sponsor di Nicoletti o di Olivi, benché il segretario Gilmozzi si affanni a dire che: «Non è in atto una guerra tra bande, ma un giusto e necessario confronto per arrivare ad individuare le persone che meglio possono servire la comunità trentina ed italiana nella prestigiosa sede del Parlamento italiano».
Nicoletti, comunque, cercherà di far pesare che è il candidato designato dal gruppo dei deputati socialisti e verdi per la nomina alla presidenza del Consiglio d'Europa, prevista per il 22 gennaio prossimo, incarico che dura due anni (sempre che si resti parlamentare nel proprio Paese). Sarebbe la prima volta dal 1975 che questa presidenza tornerebbe in capo a un italiano. Non c'è dubbio, invece, che l'ex governatore Lorenzo Dellai sia ricandidato alla Camera. Guiderà il nuovo listino della Civica popolare con l'alto rischio che questo comporta, perché non è certo che la lista superi la soglia del 3% necessaria per aggiudicarsi il seggio e difficilmente comunque il seggio scatterebbe in Trentino Alto Adige. Non è ancora chiaro se per Dellai ci sarà anche un posto in un collegio o nel listino in altre Regioni.
Saranno certamente ricandidati, invece, Riccardo Fraccaro (M5S) nel listino proporzionale e forse anche nel collegio di Trento, e Michaela Biancofiore (Forza Italia) capolista sul proporzionale. Il sottosegretario Gianclaudio Bressa (Pd) punta alla deroga per ricandidarsi nel collegio di Bolzano, ma tutto dipende da Renzi. A casa Luisa Gnecchi (Pd) e Daniel Alfreider (Svp).