Liste e candidati, terremoto 5 Stelle
Terremoto nel M5s, che in un colpo solo perde i suoi tre uomini simbolo nel basso Trentino: gli ex candidati sindaco ed oggi capigruppo nei Consigli comunali di Rovereto (Paolo Vergnano), Riva del Garda (Flavio Prada) ed Arco (Giovanni Rullo).
I tre si sono autosospesi ieri dal partito, annunciando di essere pronti, qualora il movimento provvederà ad espellerli, a dimettersi anche dai rispettivi Consigli. Il comportamento dei tre dovuto alle recenti candidature del movimento al voto di marzo. «Siamo diventati professionisti della politica», la terribile critica (considerata la bussola valoriale dei grillini) che i tre rivolgono al M5s ed al deputato Riccardo Fraccaro, deus ex machina del quadro delle candidature di quello che continua, stando a tutti i sondaggi, ad essere il primo partito in Italia, ed ancora in crescita.
«Chi ci conosce sa che questa lettera - scrivono i tre - è per noi una enorme sconfitta; da oltre cinque anni non ci risparmiamo per far decollare una idea di nuova politica. Questa è la nostra prima esperienza politica. Abbiamo studiato, elaborato e viaggiato, quasi sempre a spese nostre. Abbiamo partecipato a convegni internazionali, abbiamo esposto le nostre tesi, che sono sempre diventate le tesi del Movimento quando gli attivisti hanno avuto la possibilità di votarle. Dal 2012 siamo considerati elementi fondamentali del M5s trentino. Abbiamo portato nei Comuni molte battaglie del Movimento. La mobilità sostenibile, la democrazia diretta, la lotta al consumo del suolo, la lotta per mantenere l’acqua pubblica, la battaglia per i beni comuni. Siamo stati educati a non essere professionisti della politica, ma esponenti della società civile che si prestano all’amministrazione. Oggi scopriamo che per il Movimento sono altri i soggetti della società civile. Scopriamo di essere diventati, per logica, professionisti della politica».
«All’inizio - sottolineano - pensavamo queste (i candidati M5s in Trentino, ndr) fossero persone degne, soltanto a noi sconosciute. Poi scopriamo che per il collegio di Rovereto al Senato è stata nominata una persona (Cinzia Boniatti, ndr) con sani e notevoli trascorsi politici fin almeno dal 2000. Cosa non rara e per nulla deprecabile. Ma soffriamo ancora dell’esperienza delle provinciali 2013 dove, pur avendo conosciuto per più di un anno la persona, fummo traditi politicamente in modo fragoroso da un profilo che ci pare paragonabile. Visto che questa volta non abbiamo partecipato alla selezione, non possiamo, in coscienza, chiedere agli elettori del M5S di votare per un profilo che ci pone enormi dubbi. Il candidato nel collegio roveretano della Camera, invece (Matteo Perini, ndr), è persona di cui non possiamo dire nulla, perché non la conosciamo. Non l’abbiamo mai incontrata a nessun gruppo. E non si è neppure presentata. Ma quel che è peggio è che chi ha fatto le selezioni non ha ritenuto di dover spiegare o condividere la decisione. Non pretendiamo di decidere, ma di poter spiegare a chi ha dato il voto al M5s chi siano i candidati che presentiamo. Abbiamo questo piccolo vezzo: prima di indicare una persona vogliamo sapere chi sia e cosa pensi. Questo ci è stato impedito. Avendo letto il profilo di uno e non sapendo chi sia l’altro nostro candidato siamo costretti a sfilarci. Ci limiteremo a dire che siamo in estremo imbarazzo».