L'Upt si ribella: «No ai diktat, Problemi non si risolvono così»
L’Upt con il capogruppo in consiglio provinciale Gianpiero Passamani risponde in modo duro al Patt e al presidente della Provincia, Ugo Rossi, che hanno posto una sorta di aut-aut agli alleati, spiegando che o si riconferma la fiducia all’attuale governatore oppure il partito valuterà soluzioni diverse rispetto alle alleanze politiche per le provinciali del prossimo autunno. «Non è con i diktat che si risolvono i problemi della coalizione» spiega Passamani.
Che ha deciso di porre il problema dei rapporti interni e dell’assetto della coalizione allargandolo all’intera maggioranza. «Ho inviato una lettera a tutti i partiti della coalizione per chiedere che si convochi una riunione di maggioranza per discutere della situazione dopo le elezioni politiche e in vista della sfida alle provinciali» assicura Passamani.
Alla luce della situazione del Partito democratico, la cui guida si deciderà non prima del prossimo 6 aprile, la risposta alla domanda del Patt e di Rossi su chi guiderà la coalizione è destinata a slittare.
Passamani sottolinea che la situazione permette di attendere ancora qualche settimana, anche perché prima di parlare di chi guiderà la coalizione, occorre capire come sarà composta (se ci saranno ad esempio i Civici di Valduga o meno) e con quali facce si presenterà attraverso i partiti che la compongono. Non solo: occorre considerare anche l’aspetto dei contenuti con cui ci si presenterà agli elettori.
Su Rossi, Passamani spiega che «il fatto che presidente si è iscritto a Patt non è un problema, la questione è che una casa non si costruisce partendo dal tetto ma dalle fondamenta» assicura Passamani.
Che però chiarisce che «non è questone di diktat, non servono a risolvere i problemi, anzi». Occorre prima considerare come rispondere allo schiaffo ricevuto il «4 marzo. C’è un impegno per il rinovamento totale nella nostra area, con facce nuove, perché quello che vuole il popolo è il rinnovamento. È questo il primo passo da fare».
L’Upt su questo fronte è molto forte, spiega Passamani: «Già adesso Mauro Gilmozzi ha contattato 20 persone della società civile oltre a sindaci e amministratori che vogliono metterci la faccia». Solo dopo aver compiuto il passaggio verso la nuova fase del partito «si parla di leadership», tenendo presente che «gli elettori ci hanno chiesto discontinuità».