Corona, lite fuori dalla disco Il legale: «Lo hanno provocato»
Dopo neanche un mese di calma nel percorso di affidamento terapeutico di Fabrizio Corona, passato già per una diffida da parte del giudice della Sorveglianza per foto e video postati sui social, l'ex «re dei paparazzi» è tornato a far parlare di sé per una lite avvenuta mercoledì sera davanti ad una discoteca, a Milano. Una sfuriata a suon di insulti contro un suo ex collaboratore, reo, a suo dire, di avergli rubato un orologio di lusso, che verrà valutata dai magistrati e che potrebbe portare, in ipotesi, ad una nuova richiesta di ritorno in carcere per l'ex agente fotografico da parte della Procura generale. Istanza che allo stato, tuttavia, pare poco probabile.
Uno dei legali dell'ex agente fotografico, l'avvocato Ivano Chiesa, ha voluto subito precisare che la lite è avvenuta «verso le 20» e che Corona «stava rientrando a casa dalla palestra (la discoteca si trova vicino alla sua abitazione, ndr) all'interno delle prescrizioni dell'affidamento, perché può stare fuori tra le 7 e le 20.30». La scorsa settimana, tra l'altro, la Sorveglianza ha «ammorbidito» le prescrizioni dandogli la possibilità di uscire di casa, rimanendo nella provincia di Milano, non solo per raggiungere la comunità per le terapie di disintossicazione ma anche per altre attività, come andare in palestra.
L'ex «fotografo dei vip» ha raccontato al difensore di essere stato «provocato da quell'uomo, Luca Contin» il quale, quando lui era tornato in carcere nell'ottobre 2016, gli «aveva rubato un Rolex da 15-20mila euro ed è stato denunciato per questo» nel marzo 2017. A suo carico, a detta della difesa, la Procura ha esercitato l'azione penale e «noi ci costituiremo parte civile».
Seconda la versione difensiva, Corona «ha visto l'ex collaboratore fuori da quel locale, c'è stato un primo alterco tra i due che non si vede nel filmato, Fabrizio ha reagito col suo carattere e gliene ha dette di tutti i colori». Il legale ha chiarito che non c'è stata «aggressione fisica» e che Corona al momento non è stato denunciato.
Una querela da parte dell'ex collaboratore (non si tratta di minacce gravi per cui i pm possono procedere d'ufficio) potrebbe mettere in difficoltà l'ex agente fotografico nella prosecuzione dell'affidamento a lui concesso a febbraio. La Procura generale raccoglierà elementi e valuterà se chiedere o meno la revoca della misura alternativa al carcere, come fece per la vicenda delle immagini sui social (il giudice Simone Luerti scelse la strada dell'ammonimento). Intanto, per il 19 giugno era già fissata udienza davanti alla Sorveglianza che dovrà decidere se confermare l'affidamento.