Elezioni provinciali, la Lega sceglie Fugatti «Il centrodestra non ha bisogno di primarie»
Entro aprile il centrodestra conta di riuscire a definire il perimetro della coalizione e possibilmente anche il candidato presidente, con in pole position il deputato e segretario provinciale della Lega, Maurizio Fugatti . E così poter cominciare subito la campagna elettorale in vista delle elezioni provinciali di ottobre.
Dopo l’incontro con alcune civiche, promosso da Progetto Trentino mercoledì scorso, come riferito ieri dall’ Adige , lo schieramento che si sta formando appare già piuttosto largo, con una decine di potenziali liste, salvo alcuni dettagli di compatibilità personale e politica tra liste civiche e autonomiste minori, ritenute però facilmente superabili di fronte alla prospettiva di una vittoria elettorale.
Ieri la senatrice di Forza Italia, Donatella Conzatti , è intervenuta con due suggerimenti alla coalizione: «Una giornata di confronto dinamico in cui ciascuno presenti le proprie tre proposte chiave e ascolti le idee dei trentini. E le primarie. Trasparenti, aperte, competitive in modo che il centro destra autonomista possa non solo scegliere ma anche attribuire grande leadership al proprio candidato presidente».
L’idea delle primarie è stata subito respinta al mittente sia dalla Lega che da Fratelli d’Italia e Agire, che costituiscono il nucleo già costituito del centrodestra trentino. E anche la deputata e coordinatrice regionale di Forza Italia, Michaela Biancofiore , non sembra così convinta delle primarie come metodo di scelta, oltre a ribadire di non avere preclusioni sul nome di Fugatti.
Spiega Biancofiore: «Quella della senatrice Conzatti è una posizione personale liberamente e lecitamente espressa. Forza Italia è un partito liberale che lascia esprimere ampiamente i propri eletti e dirigenti, poi io ovviamente tiro le somme in base agli accordi nazionali e con i coordinatori regionali locali».
«L’idea delle primarie - aggiunge - è interessante anche perché abbiamo dato ora la candidatura alla presidenza del Friuli alla Lega e non è detto che nell’alleanza ora anche il Trentino spetti al primo partito della coalizione. Quando loro avevano il 4% noi gli abbiamo dato la Lombardia e il Veneto. Ma tra noi e Fugatti non ci sono problemi, se Maurizio avanzerà ufficialmente la sua candidatura sarà la prima ad essere valutata tra tutti gli alleati con i quali, anche a livello nazionale, siamo uniti più che mai. Comunque lo strumento delle primarie ha dimostrato tutti i suoi reali limiti democratici tanto è vero che sono sparite silenziosamente anche dal panorama politico del Pd che le prevedeva da statuto».
Il vicesegretario della Lega in Trentino, il deputato Diego Binelli , stoppa subito l’idea delle primarie e dice: «Noi non abbiamo certo paura delle primarie, ma pensiamo che ci siano già state il 4 marzo scorso con la Lega che ha preso il 27% risultando essere ampiamente il primo partito del Trentino e per questo ritiene di avere il diritto di proporre il candidato presidente, che per noi è Maurizio Fugatti, il quale ha dimostrato di essere riuscito a battere sia l’ex governatore Lorenzo Dellai che il candidato dei 5 Stelle, Riccardo Fraccaro. Per questa ragione - conclude l’onorevole Binelli - riteniamo che le primarie non siano né opportune né utili. Piuttosto concentriamoci sui programmi». La Lega non intende imporre nulla, ma neppure subire scelte che non offrono le stesse o migliori chance di successo.
Si schiera subito al fianco della Lega e di Fugatti anche il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi , che dichiara: «Premesso che anche il commissario di Forza Italia per il Trentino Alto Adige, l’on. Michaela Biancofiore, ha già dato il giorno dopo le elezioni sui giornali il suo assenso di massima sulla candidatura Fugatti, nel caso lui fosse disponibile, ritengo che il candidato presidente lo abbiano già deciso gli elettori il 4 Marzo e lo abbiano confermato i partiti del centrodestra autonomista: Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Agire e Autonomisti. Non c’è alcun bisogno di primarie - conclude il senatore - il cui risultato sarebbe scontato e potrebbe apparire un plebiscito bulgaro, che non si addice ad una compagine plurale come la nostra. L’intento della collega ed amica Conzatti è quindi apprezzabile, ma ritengo politicamente non opportuno in tale status». Anche Claudio Cia leader di Agire è sulla stessa linea: «L’indicazione del candidato l’abbiamo avuta il 4 marzo ed è Fugatti».