Voto a luglio, sondaggisti perplessi «Si rischia l'astensionismo record»
Quelli del voto «in ferie», perché bisogna togliersi il dente prima possibile, e quelli che giurano sarebbe una jattura perciò meglio aspettare l'autunno.
L'ipotesi di tornare al voto a luglio divide gli italiani, ma al momento è l'antipolitica a unirli con l'effetto finale di «un bagno di sangue di astensioni». L'espressione è del professor Renato Mannheimer, il rischio è condiviso da molti suoi colleghi. In un ultimo sondaggio di Tecnè, se si votasse oggi, astensionisti e indecisi toccherebbero insieme il 37,9% e per un altro dell'istituto Noto il 30% di chi ha votato il 4 marzo non confermerà quel voto, racchiudendo in quella cifra transfughi e astensionisti. Per Nando Pagnoncelli il voto d'estate ha poche certezze e molte incognite.
Le ferie, ovviamente. Secondo l'Osservatorio del turismo - riferisce il presidente di Ipsos Italia - nei mesi scorsi il 15-17% di italiani ha detto che farà almeno una settimana di vacanza a luglio e l'8% un weekend lungo nello stesso mese. Guardando ai numeri, i sentimenti sembrano più netti: un sondaggio di Swg fotografa la Lega di Matteo Salvini al 24%, 7 punti in più rispetto al 4 marzo, il M5s fermo ad allora e il tonfo maggiore per Forza Italia dal 14% al 9%.