Da Verdone ad Abatantuono L'addio a Carlo Vanzina
Carlo Vanzina sarebbe stato contento di vedere, come se fosse la sua ultima commedia ma diretta dal cielo, Paolo Sorrentino e Silvio Berlusconi insieme ai suoi funerali uscire, sulle note di Sapore di sale, da una delle più antiche basiliche romane: quella di Santa Maria degli Angeli a piazza della Repubblica. Oltre al fratello Enrico, la moglie Lisa Melidoni, le figlie Isotta e Assia e la figlioccia Virginie Marsan, tutto il mondo del cinema, quello più impegnato e quello cosiddetto più leggero, si è raccolto intorno alla salma del regista figlio di Steno, morto due giorni fa all’età di 67 anni, con autentica commozione.
Il fatto è, come hanno ricordato non solo il fratello, ma anche Vincenzo Salemme, Giovanni Malagò, Carlo Verdone e Gigi Proietti a fine cerimonia, che Carlo Vanzina era davvero una brava persona, un uomo religioso e questo al di là di ogni retorica.
Circa trecento persone hanno occupato, già un’ora prima del funerale, lo spiazzo antistante la Basilica opportunamente transennato. Tra i presenti in chiesa, Pupi e Antonio Avati, Christian De Sica, Jerry Calà, Mara Venier, Lucisano e famiglia, Isabella Ferrari, Anna Falchi, Carlo Rossella, Ezio Greggio, Neri Parenti, Enrico Mentana, Maurizio Mattioli, Marina Cicogna, Mara Venier, Diego Abatantuono, Nicola Maccanico, Ricky Tognazzi e Simona Izzo, Roberto d’Agostino, Corinne Clery, Roberto Andò, Valeria Marini, Aurelio De Laurentiis, Massimo Boldi, Nancy Brilli e Sabrina Ferilli. Sul fronte della politica, il vicesindaco di Roma Luca Bergamo, Maurizio Gasparri, Marianna Madia e Pietro Lunardi.
«La morte non è l’ultima parola, Carlo è vivo» questo il ricordo di Don Andrea Celli, sacerdote e amico del regista.
«Carlo - aggiunge - sapeva stare al suo posto e incoraggiare gli altri. Lo avevo incontrato ultimamente, non aveva parlato mai di sè, ma del padre e di voi amici che oggi siete qui in tanti . Il fatto è - conclude Don Andrea - che lui sapeva leggere i sentimenti, per questo era un maestro della commedia all’italiana».
Il ricordo più straziante e commosso, quello del fratello Enrico: «Due giorni prima di andarsene mi ha detto una cosa: stai vicino alla mia famiglia, proteggili. Gli ho risposto: lo farò, ma non ne ho avuto poi la forza. Lui era tutto per me: mio fratello e il mio miglior amico, il mio passato e il mio futuro. Ora sono spezzato a metà. Solo un giorno - continua Enrico - l’ho visto fissare il vuoto. Mi sono avvicinato e lui mi ha detto: ‘ho vissuto una vita meravigliosa’. È stato il suo modo di dirmi addio».
E ancora da Enrico Vanzina un attacco ai critici: «Tanti imbecilli hanno detto che il suo era un cinema minore, ma non è vero: lui era superiore. Carlo, dai un bacio a mamma, ora c’è lei a proteggerti».
Arrivano gli applausi nella Basilica, ma Enrico si arrabbia: «Niente applausi - dice rivolto ai presenti - a Carlo non piacerebbe, gli applausi fateli dentro di voi». Ma i battimani nella chiesa non si fermano.