Dieci giorni di carcere alla prof per uno schiaffo all'alunno
Dieci giorni di carcere e 600 euro di risarcimento: per il Tribunale di Verona è questo il «prezzo» di un gesto violento commesso a scuola da un’insegnante nei confronti di un proprio studente. Uno schiaffo sul volto, che fece volare a terra anche gli occhiali del ragazzo, alunno certo vivace e poco accomodante con una professoressa «vecchio stampo», che però una volta a casa ha raccontato tutto ai genitori.
L’insegnante di matematica, di un istituto superiore di Verona, si è giustificata con il giudice sostenendo che quel gesto fatto con il braccio era stato «involontario», e che non sarebbe stata sua intenzione colpire l’adolescente. In aula sono state sentite anche due ex studentesse che quel giorno sostenevano l’interrogazione alla lavagna, ma la loro testimonianza non ha fatto chiarezza sulla volontarietà o meno dello schiaffo.
Così la sentenza è stata sfavorevole alla prof, che adesso assieme ai propri legali farà appello.
I fatti risalgono al 16 maggio 2014, in un istituto superiore di Verona. Erano giorni di verifiche orali a tappeto, in vista della fine dell’anno. La professoressa aveva più volte ripreso il quattordicenne, che disturbava durante l’interrogazione, fino a cacciarlo dalla classe, mandandolo in corridoio.
Una volta rientrato, l’aveva fatto spostare col banco accanto alla cattedra, per controllarlo meglio. Anche qui niente; lo studente, irrequieto, si era avvicinato alle spalle della prof.
mentre questa metteva i voti sul registro elettronico. È stato in questo frangente che la donna avrebbe alzato la mano, colpendo in viso lo studente e facendogli cadere gli occhiali.
«A mio figlio ho sempre insegnato a scusarsi se sbaglia, così avrebbe dovuto fare anche l’insegnante», ha commentato la madre del giovane, spiegando così, per le mancate scuse della prof di matematica, la decisione di costituirsi assieme al marito parte civile nel processo.
Quanto al risarcimento, i genitori del 14enne hanno già annunciato che quando la provvisionale di 600 euro decisa dal giudice Camilla Cognetti sarà definitiva, la devolveranno ad un istituto per minori.