Bagagli a mano, esposto contro Ryanair
Ryanair torna ancora una volta all'attenzione di Antitrust e Enac, che in passato in diverse occasioni hanno «tirato le orecchie» alla compagnia low cost per pratiche commerciali scorrette o disservizi. Stavolta sul tavolo delle due autorità finisce un esposto del Codacons, associazione determinata a ottenere un provvedimento d'urgenza sulla vicenda delle nuove regole sui supplementi da pagare sui bagagli. E una prima reazione è già arrivata dall'Enac, che ha scritto alla compagnia richiamandola alla correttezza.
Come la stessa Ryanair aveva annunciato, il sovrapprezzo sul bagaglio è scattato in modo per così dire «retroattivo», vale a dire anche per i voli prenotati prima del primo settembre e in programma a partire dal primo novembre, che sono le due scadenze annunciate nella nuova «policy». La compagnia, infatti, lo scorso 23 agosto aveva annunciato le nuove regole, che prevedono il pagamento da 6 a 10 euro per il cosiddetto bagaglio a mano fino a 10 kg, chiarendo che «la nuova policy verrà implementata ai gate d'imbarco a partire dal 1 novembre e sarà disponibile per tutte le prenotazioni effettuate a partire dal primo settembre», ma dando indicazioni anche per chi avesse prenotato prima del primo settembre, a cui venivano offerte due opzioni: pagamento del sovrapprezzo o cancellazione del biglietto con rimborso.Tuttavia la richiesta del supplemento sarebbe partita anche per le prenotazioni effettuate prima dell'annuncio del 23 agosto: «È notizia di questi giorni - ricostruisce l'associazione dei consumatori - che Ryanair starebbe inviando mail ai clienti che hanno già acquistato un biglietto aereo per voli successivi all'1 novembre, in cui si richiede il pagamento di un balzello per portare con sè sull'aereo il bagaglio più grande.
Una politica che, a parere del Codacons, porta evidenti svantaggi agli utenti, i quali avevano scelto di acquistare un volo con la compagnia irlandese proprio in virtù delle tariffe e delle condizioni praticate, e che ora si ritrovano prezzi diversi da quelli pattuiti al momento dell'acquisto». A giudizio dell'associazione, insomma, sono state «cambiate in corsa le regole del gioco, trasformando sia le condizioni contrattuali, sia quelle economiche» e quindi «il comportamento della compagnia potrebbe configurare una pratica commerciale scorretta». Le lamentele dell'associazione non sono rimaste inascoltate.
L'Enac ha fatto sapere di aver scritto alla compagnia «per chiedere chiarimenti e per richiamare il vettore ad applicare in modo corretto le condizioni di trasporto». L'Unione nazionale consumatori, però, spera in qualcosa di più di una «letterina» e invoca la «massima severità».