Usa, sul certificato di nascita si può mettere «Gender X»
Svolta a New York. Sui certificati di nascita si potrà scegliere fra tre opzioni: oltre a maschio e femmina, arriva anche la possibilità di optare per il «Gender X». Chi non si identifica né con il sesso maschile né con quello femminile potrà cambiare il suo certificato senza l'autorizzazione del medico o l'esame psicologico finora previsti. Una scelta che i genitori potranno compiere anche per i propri figli neonati.
Esultano le associazioni dei transgender e quelle Lgbt, ma non mancano le critiche di chi teme che così si crei confusione: «Si apre la strada ad abusi e problemi di tutti i tipi», denuncia Robert Holden, consigliere comunale democratico. La misura è vista con scetticismo anche in Italia. «Mentre noi stiamo lavorando per rimettere mamma e papà sui documenti, altrove cancellano maschi e femmine dal certificato di nascita... Non ho parole!», scrive il ministro degli Interni Matteo Salvini sul suo profilo Twitter. «Non riesco proprio a capire come si possa cancellare, nei certificati di nascita, maschio e femmina», gli fa eco il ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana.
Con l'introduzione del «Gender X», New York entra a far parte di quella manciata di giurisdizioni americane che già prevedono le tre scelte, un gruppetto ristretto che comprende la California e lo Stato di Washington. L'iniziativa è stata approvata dal consiglio comunale della Grande Mela con una maggioranza schiacciante: 41 voti a favore e sei contrari. Il progetto di legge atterra ora sul tavolo del sindaco Bill de Blasio, la cui firma è data per scontata, per l'entrata poi in vigore l'1 gennaio 2019. Parla di «giornata storica per New York, sempre più campione mondiale sul fronte dell'inclusività e dell'uguaglianza» lo speaker del City Council, Corey Johnson. «Una decisione eccezionale» la definisce invece Carrie Davis, l'avvocato transgender che ha portato avanti la battaglia per il «Gender X», sottolineando con un chiaro riferimento alle politiche dell'amministrazione Trump come la svolta arrivi «in tempi di pericolo e di incertezza sul fronte dei diritti dei transgender americani a livello nazionale».