Elezioni: le liste in campo M5S: meno tasse
Un taglio dell’Irap per le aziende fino ad azzerarla da finanziare attraverso un’equivalente riduzione dei contributi alle imprese. Una scuola che «formi persone e non forza lavoro», no alla terza corsia dell’A22, alla Valdastico e alla Tav al Brennero, perché occorre investire sulla «ferrovia della Valsugana che oggi viaggia a ritmi ottocenteschi». Senza dimenticare che sarebbe indispensabile un collegamento via treno tra Trento e l’aeroporto Catullo.
Filippo Degasperi, candidato presidente della Provincia per il Movimento 5 Stelle, riconfermato alla testa della lista grillina come già era accaduto 5 anni fa, spiega i punti qualificanti del programma con cui intende convincere gli elettori trentini il prossimo 21 ottobre. E lo fa con una lista in cui ci sono volti nuovi ma anche ex candidati alle politiche del 2018 (Carmen Martini, Cinzia Boniatti e Gianni Marzi o Mario D’Alterio).
Per Degasperi un risultato soddisfacente minimo sarebbe quello di «fare meglio del 2013» quando il Movimento aveva inizialmente portato due candidati in Consiglio provinciale, ovvero Degasperi e Manuela Bottamedi, che ha poi lasciato i 5 Stelle. «Mi aspetto che il Movimento 5 Stelle sia determinante per la praticabilità del consiglio provinciale» spiega Degasperi.
Ma questo significa che vi alleerete come a Roma con la Lega?
«No, perché qui la Lega non ha scelto di cambiare e di liberarsi di Berlusconi, dell’Udc e dintorni ma ha scelto di circondarsi di personaggi come Grisenti che hanno governato per anni» e «ha quindi fatto una scelta di assoluta continuità. Per questo non siamo compatibili con questa scelta, ma neppure col centrosinistra» dice Degasperi.
Tra i temi più cari al Movimento 5 Stelle trentino c’è la scuola che deve cambiare per Degasperi. «Non si può canalizzare un 15enne in un percorso che gli insegna a fare una sola cosa e che se non è più adatta ai tempi, crea disadattati che fanno un mese l’imbianchino e un mese raccolgono mele e alimentano il sistema disastroso dei corsi di formazione oggi in mano ai privati per la parte che rende». La formazione dovrebbe «secondo noi tornare in mano alla Provincia» sottolinea Degasperi.
Per la sanità e il welfare «serve un riequilibrio tra il centro e le periferie, ripensando il Not e fermandosi a riflettere con i soggetti del settore per vedere quali sono i bisogni dei territori. Perché non è pensabile che per farsi una ecografia uno del Primiero debba prendersi un giorno di ferie».
Sulle infrastrutture Degasperi dice «no al collegamento con Veneto, ex Valdastico, inutile fare la strada, servono nuove modalità per spostarsi in Trentino che riducano le auto». Dice no alla Tav del Brennero, ma bisogna «parlare della Valsugana che viaggia a ritmi ottocenteschi e
occorre il collegamento con Riva e Fiemme e Fassa. No ad altre strade e alla terza corsia in A22». Alle imprese il Movimento 5 Stelle propone un patto, ovvero una eliminazione dell’Irap (a partire dalle imprese dislocate nelle vallate, che non inquinano e che non licenziano, escludendo però banche e gioco d’azzardo), l’eliminazione della tassa di soggiorno, e la cancellazione dell’addizionale regionale. Per evitare problemi al bilancio provinciale, sul fronte delle uscite ci sarebbe un’equivalente taglio dei contributi provinciali alle imprese.