La diaspora del Patt: in cinque anni autonomisti in 3 schieramenti diversi
Sono passati solo cinque anni e sembra passato un secolo. Dal Patt in crescita, che nel 2013 schierava Ugo Rossi, candidato presidente favorito della maggioranza uscente di centrosinistra autonomista, che faceva «campagna acquisti» di candidati, reclutando con successo a destra e a manca per allargare il consenso, si è arrivati a queste elezioni provinciali con la corsa solitaria del governatore uscente e un partito frantumato.
La diaspora delle Stelle alpine ha seguito direzioni diverse, essenzialmente legate alle mosse di singoli dirigenti di primo piano, che hanno dato vita a movimenti autonomisti alternativi e ora concorrenti rispetto alla «casa madre». Il risultato è che gli autonomisti si sono divisi in tre liste principali, collocate in tre schieramenti diversi, a cui si somma la scelta di singoli, come l’ex sindaco cembrano, Marco Casagranda, figlio di Sergio, ex assessore provinciale delle Stelle alpine, o Mario Casna, l’ex Patt e poi leghista e poi di nuovo in lista con il Patt cinque anni fa, i quali ora corrono entrambi con la Civica Trentina a sostegno di Maurizio Fugatti.
Ad erodere consenso delle due Stelle alpine c’è in campo il movimento Autonomisti popolari fondato da Walter Kaswalder consigliere provinciale uscente, da una vita iscritto al Patt di cui è stato per anni presidente. Kaswalder è stato espulso dal partito per le sue ripetute prese di posizione in dissenso rispetto alla linea ufficiale e ha dato vita al suo movimento, che ora rappresenta l’ala autonomista della coalizione di centrodestra, che sostiene Maurizio Fugatti. Quella di Kaswalder è una presenza anche simbolicamente preziosa per il sottosegretario della Lega, perché gli consente di accreditarsi come coalizione autonomista e non centralista come sostengono i suoi avversari, oltre a pescare in quell’elettorato del Patt già tendenzialmente propenso a votare centrodestra e Lega alle politiche, ma che alle elezioni locali preferisce la scelta territoriale pur all’interno di un’alleanza chiaramente a trazione leghista.
Per capire quanto Patt il consigliere Kaswalder si è portato dietro basta guardare i candidati della sua lista: su 34 ce ne sono 14 che erano nel Partito autonomista, molti con incarichi di sezione o istituzionale a livello locale. Tra questi quattrordici ci sono: Dario Chilovi, Barbara Balsamo, Pio Decimo Bettega, Cecilia Leoni, Paolo Comper, Nicola Scoz Casagranda, Guido Redolfi, Arianna Piffer, Roberta Merz e c’è anche il nome di Franca Penasa, che però era già uscita dal Patt nel 2008, quando fu eletta con la Lega, poi si è candidata con Forza Italia e ora con gli autonomisti di Kaswalder.
Anche l’ex deputato arcense Mauro Ottobre dopo essere uscito dal Patt ha deciso di dare vita alla sua formazione politica che si chiama «Autonomia dinamica», con cui ora si candida alla presidenza della Provincia, scegliendo di stare fuori dai due blocchi di centrodestra e centrosinistra. Anche Ottobre si è portato dietro la sua fetta di autonomisti ex Patt. E infatti nella lista si trovano 9 candidati che provengono dalle Stelle alpine. Ci sono Marcella Straticò ex assessora a Ledro; Lorena Torresani, Marcello Caravello, Walter Clauser, sindaco di Malosco; Oskar Enrici, consigliere comunale di Giovo; Marco Pinamonti, consigliere comunale di Cles; Tommaso Caceffo, Sara Bombardelli e l’ex consigliera provinciale Caterina Dominici, che però era già uscita dal Patt nel 2013, visto che non l’avevano ricandidata. Nella lista del Patt che sostiene come candidato presidente Ugo Rossi il partito ha come nomi di punta l’assessore uscente Michele Dallapiccola e i consiglieri uscenti Lorenzo Ossanna, Graziano Lozzer e l’ex consigliere di Progetto Trentino ed ex di Forza Italia, Walter Viola, che nel dicembre dell’anno scorso aveva deciso di passare dall’opposizione alla maggioranza aderendo al gruppo del Patt. Con i voti di Viola, radicato sull’altopiano della Paganella e nel mondo di Comunione e liberazione, le Stelle alpine sperano di compensare le emorragie comprese le assenze dei consiglieri uscenti Luca Giuliani, Chiara Avanzo e Lorenzo Baratter che hanno deciso di non ricandidarsi.
Accanto alle tre liste autonomiste c’è in corsa anche Paolo Primon come candidato presidente con la sua formazione più integralista «Popoli liberi - Frei Völker», che ha per finalità il referendum per l’autodeterminazione della Regione Trentino Südtirol sostenendo che il Trentino non è Italia, perché fa parte del Tirolo storico.