Separatisti rapiscono 79 studenti
Con un’azione che ricorda i rapimenti di centinaia di ragazze nigeriane da parte dei jihadisti di Boko Haram, i separatisti del nord-ovest del Camerun hanno sequestrato 79 studenti e studentesse di un collegio e il loro preside. Ma in questo caso le motivazioni non sono di carattere religioso.
L’azione rientra infatti in una escalation di violenze messa in atto dai gruppi armati di questa regione anglofona contro il governo centrale francofono di Yaoundè, che accusano di discriminazione.
I ragazzi sono stati prelevati ieri sera da una scuola presbiteriana nel villaggio di Nkwen, vicino a Bamenda, capoluogo della regione. Un video degli studenti rapiti è stato postato sui social media da guerriglieri che si definiscono «Amba boys», in riferimento allo Stato di Ambazonia che i separatisti vogliono costituire nelle regioni anglofone nel nord-ovest e nel sud-ovest del Paese.
Nel video diversi ragazzi rapiti sono costretti a fornire i loro nomi e quelli dei genitori. L’autenticità delle immagini non ha potuto essere verificata in modo indipendente, ma alcuni dei genitori hanno detto di aver riconosciuto i figli. Uno dei miliziani, rivolgendosi agli ostaggi, afferma: «Sarete rilasciati solo dopo la nostra lotta. Da adesso andrete a scuola qui».
Louis Marie Begne, portavoce del governo della regione del nord-ovest, ha detto che gli uomini armati hanno fatto irruzione nella scuola a tarda ora, mentre gli studenti dormivano. Gli assalitori hanno sopraffatto una guardia di servizio all’entrata e l’hanno costretta ad accompagnarli nelle camerate dove gli studenti dormivano. Dopo averli prelevati, hanno cercato di portarli via a bordo di uno scuolabus, ma il conducente ha finto un guasto al mezzo e quindi i rapitori se ne sono andati a piedi portando con sè gli ostaggi. Secondo lo stesso Begne, è probabile che i rapiti siano stati suddivisi in piccoli gruppi.
I separatisti sono accusati di avere compiuto altri sequestri in scuole della regione. Lo scorso settembre sette studenti e un preside erano stati prelevati nella città di Bafut, secondo Amnesty International. L’organizzazione per i diritti umani afferma che gli ostaggi sono stati liberati dopo essere stati «torturati».
La violenza nelle regioni anglofone, dove vive circa il 20 per cento della popolazione camerunese, ha visto una recrudescenza negli ultimi mesi. I separatisti accusano il governo del presidente Paul Biya, al potere dal 1982, di attacchi militari non solo contro i guerriglieri ma anche i civili. I separatisti sono accusati di avere compiuto attacchi in cui sono stati uccisi membri delle forze armate. Biya, che ha 85 anni ed è stato rieletto per la settima volta nel settembre scorso, ha condannato gli «atti di violenza» da qualsiasi parte vengano compiuti.