Svp e Lega verso l'accordo in Provincia a Bolzano
Domani la Svp dovrebbe sancire, nella seduta del proprio parlamentino, il «matrimonio» con la Lega in Consiglio provinciale a Bolzano. Una mossa apparsa pressoché obbligata fin dal giorno dopo il voto del 21 ottobre scorso, quando in Alto Adige il partito di Salvini è stato incoronato dagli elettori come il primo del gruppo linguistico italiano.
Una decisione che in molti sembra fatichino a digerire, ma di fronte alla quale non ci sono alternative e che, soprattutto, non potrà che avere ripercussioni anche nella politica trentina, soprattutto a livello di dinamiche regionali.
«Premetto che da autentico autonomista non intendo entrare nel merito di questioni che riguardano l'Alto Adige - ha spiegato il governatore Maurizio Fugatti - non penso comunque che la cosa potrà avere ripercussioni. L'accordo tra Lega ed Svp lo auspico non da presidente della Provincia di Trento, ma da rappresentante della Lega, quello senza dubbio. Ma non credo, ripeto, che la cosa potrà avere conseguenze per quel che riguarda i rapporti tra Trento e Bolzano, che già di per sé ora sono ottimali e in questo senso non potranno che migliorare ulteriormente».
L'inedito «ticket» Svp-Lega non dovrebbe tuttavia essere riproposto per le prossime elezioni Europee o, meglio, pare essere destinato a rimanere strettamente circostanziato alle dinamiche provinciali e regionali. Nei giorni scorsi l'Obmann del partito di raccolta sudtirolese Philipp Achammer si è recato a Bruxelles per incontrare Antonio Tajani, in vista di una possibile intesa con il Partito popolare europeo. Se è vero, infatti, che con la Brexit verrebbero a liberarsi tre seggi, prima assegnati alla Gran Bretagna e che uno potrebbe essere riservato alle minoranze, i tempi per una legge sarebbero troppo stretti. A questo punto, chiusa la porta al Carroccio, l'alternativa sarebbe quella di agganciarsi al Ppe, tramite un'altra unione inedita, quella con Forza Italia e forse anche con altre realtà di lingua italiana come l'Udc. La Svp punta a riconfermare Herbert Dorfmann tramite una lista che, grazie al sostegno di forze politiche nazionali che non siano la Lega - per incompatibilità sulle posizioni europee - e il Pd (impossibile nel caso di un accordo con il Carroccio in Provincia), possa raccogliere il 4% a livello nazionale per garantire così la conferma del seggio dell'altoatesino.