Violati i diritti di Amanda L'Italia viene sanzionata
L'Italia ha violato il diritto alla difesa di Amanda Knox nell'indagine sull'omicidio di Meredith Kercher, compiuto a Perugia la sera del primo novembre del 2007, per il quale è già stata definitivamente assolta dalla giustizia italiana. A stabilirlo è stata la Corte europea per i diritti umani. I giudici di Strasburgo, con una decisione che potrà comunque essere impugnata, hanno deciso che lo Stato risarcisca i «danni morali» subiti dalla giovane americana pagandole 10 mila e 400 euro (ne aveva chiesti 500 mila).
La Corte non ha ritenuto invece che ci siano prove dei maltrattamenti, alcuni «scappellotti», che Knox ha denunciato di avere subito durante l'interrogatorio in questura la notte del 6 novembre che finì con il suo fermo (insieme a quelli di Raffaele Sollecito, anche lui definitivamente assolto, e Patrick Lumumba, prosciolto già nelle fasi iniziali dell'inchiesta che ha invece portato alla condanna a 16 anni di Rudy Guede).
Ancora una pagina, quindi, dei processi legati all'omicidio della studentessa inglese che era giunta a Perugia per studiare grazie al programma Erasmus. La sera del 5 novembre Knox non era stata convocata dalla polizia ma aveva accompagnato Sollecito, all'epoca suo fidanzato, che doveva essere sentito come testimone. Finendo però per essere ascoltata lei stessa inizialmente come persona informata dei fatti dopo essere stata notata dagli agenti «fare la ruota e la spaccata» nella stanza dove attendeva. La Corte di Strasburgo ha ora ritenuto che «Knox è stata interrogata in assenza di un avvocato» quando erano state già formulate le accuse nei suoi confronti. Il diritto di difesa della giovane è stato violato anche perché l'interprete presente, per sua stessa ammissione secondo la Corte, ha giocato un ruolo andato oltre i limiti dell'interpretazione. «Sono stata interrogata per 53 ore senza un avvocato» ha scritto Knox in un lungo articolo sul suo sito. «Ero sotto choc - ha affermato ancora - ma collaborativa con la polizia in tutti i modi. Ma a loro non interessava il mio aiuto, volevano solo incolparmi».
Appena assolta in appello e tornata in libertà (nell'ottobre del 2011), dopo quasi quattro anni di carcere, Knox è tornata negli Usa dove vive con il suo fidanzato. Ha pubblicato un libro e lavora come giornalista. Della decisione di Strasburgo ha saputo in diretta, collegata via Skype con uno dei suoi difensori, l'avvocato Carlo Dalla Vedova. «Spero che sia l'ultima vicenda giudiziaria di questa storia...» le sue parole.
Per il legale quello legato a Knox «è stato il più grande errore giudiziario degli ultimi 50 anni». E per l'altro difensore di Knox, Luciano Ghirga, quella di Strasburgo «è una decisione importante». «È stato infatti affermato - ha concluso - il principio che è stato violato il diritto di difesa di Amanda Knox».