Caos Venezuela: Guaidò chiama alla rivolta
È caos in Venezuela: il leader dell’opposizione Juan Guaidó ha lanciato un appello ad una rivolta militare nel Paese in un breve video nel quale appare in una base aerea a Caracas circondato da soldati pesantemente armati. Al suo fianco l’attivista Leopoldo Lopez, già agli arresti domiciliari, che ha annunciato di essere stato liberato dalle forze armate.
E blindati dell’esercito venezuelano hanno investito i dimostranti antigovernativi a Caracas. Uno dei blindati ha sparato con il cannone ad acqua, circondato dalla folla, poi avanza, investendo almeno un dimostrante. Un altro blindato ha fatto la stessa cosa poco distante. E si contano decine di feriti dopo gli scontri. Sarebbero almeno 35, e secondo altri report oltre 50. Tra questi un colonnello delle forze bolivariane, come annunciato dallo stesso governo.
«Abbiamo parlato con i nostri alleati nella comunità internazionale - ha scritto ancora su Twitter Juan Guaidò dopo aver chiamato i militari a unirsi alla rivolta contro il presidente Maduro - e abbiamo il loro forte sostegno per questo irreversibile processo di cambiamento nel nostro Paese. L’Operazione Libertà è iniziata e resisteremo fino a raggiungere un Venezuela libero».
«Informiamo il popolo del Venezuela che in questo momento stiamo affrontando e neutralizzando un ridotto gruppo di militari traditori che hanno occupato il Distributore Altamira» (il principale accesso alla città) «per promuovere un colpo di Stato contro la Costituzione e la pace della Repubblica», ha scritto su twitter il ministro dell’Informazione di Nicolas Maduro, Jorge Rodriguez. «A questo tentativo si è unita l’ultradestra golpista e assassina, che ha annunciato il suo piano violento da mesi. Chiamiamo il popolo alla massima allerta».
«L’Ue sta seguendo da vicino gli ultimi sviluppi in Venezuela. Ribadiamo che ci può essere soltanto una soluzione politica, pacifica e democratica alla crisi che il Paese sta affrontando», ha detto l’Alto Rappresentante della politica estera europea Federica Mogherini sottolineando che «l’Ue rifiuta ogni forma di violenza e chiede la massima moderazione per evitare la perdita di vite umane e l’escalation della tensione».
Almeno 25 militari venezuelani hanno chiesto asilo, ottenendolo, nell’ambasciata del Brasile a Caracas, riferiscono i media di Caracas. La notizia è stata confermata anche a San Paolo dal quotidiano Folha, secondo cui l’accoglimento dell’asilo da parte del presidente Jair Bolsonaro è stato confermato dal portavoce presidenziale Otavio Rego Barros.
Nicolas Maduro ha dichiarato che tutti i comandanti militari del Paese gli «hanno espresso la loro totale lealtà», e ha chiesto «nervi d’acciaio» e una «mobilitazione popolare» per «assicurare la vittoria della pace» nel Paese. I comandanti di tutte le aree territoriali del Paese - ha detto - «mi hanno espresso la loro totale lealtà nei confronti del Popolo, della Costituzione e della Patria. Chiedo la massima mobilitazione popolare per assicurare la vittoria della Pace. Vinceremo», ha twittato.
Gas lacrimogeni sono stati lanciati sui manifestanti in autostrada, vicino alla base
Il centro della rivolta guidata da Guaidò e da Lopez, è il distributore Altamira, uno svincolo di accesso alla città che si trova vicino alla base militare di La Carlota. Alcuni manifestanti si sono impadroniti di due autoblindo che hanno messo di traverso sulla strada. Secondo i media ufficiali, un gruppo ha cercato di penetrare nella base militare, ma l’operazione non avrebbe avuto successo.
Il vicepresidente del Partito socialista unito del Venezuela (Psuv), Diosdado Cabello, ha invitato tutti i chavisti a recarsi al Palazzo presidenziale di Miraflores per difendere la Costituzione ed il presidente Nicolas Maduro. “Stiamo sventando un tentativo di golpe di un piccolo gruppo dell’ultradestra appoggiato da ex militari, da pochi elementi dei servizi di intelligence Sebin e dell’esercito bolivariano”.
«Non appoggeremo un colpo di Stato in Venezuela»: è la posizione di Madrid, tra i primi paesi a riconoscere Guaidò come presidente ad interim, che di fronte all’appello del leader dell’opposizione venezuelano ad una rivolta delle forze armate invita ad «evitare uno spargimento di sangue». «Sosteniamo un processo democratico pacifico» e chiediamo «l’immediata convocazione delle elezioni», ha detto la portavoce di Pedro Sanchez Isabel Celaa.
Il ministro della Difesa e comandante in capo della Forza armata nazionale bolivariana (Fanb) ha assicurato via Twitter che la situazione nel Paese è sotto controllo e che gli autori della rivolta sono «vigliacchi» che si sono alzati contro la Costituzione. La Fanb, ha aggiunto, si mantiene ferma a difesa della Costituzione e delle sue autorità legittime. Tutte le unità militari dispiegate nelle otto regioni del Paese riportano una situazione di normalità nelle caserme sotto la guida dei loro comandanti naturali.