Festival fra populismo, globalizzazione e conti pubblici Sabato Cottarelli e Padoan con il viceministro Castelli

Oggi fra gli appuntamenti principali del Festival dell’economia, «La guerra del debito», con i viceministri Laura Castelli e Massimo Garavaglia, Carlo Cottarelli, Pier Carlo Padoan e Renato Brunetta.

«Tutti sembrano concordare sulla necessità della riduzione del debito pubblico come fattore di fragilità dell’economia italiana… ma come realizzarla? Ne discutono i rappresentanti delle maggiori forze politiche del nostro paese», si legge nelal presentazione dell’incontro che si terrà alle 14.30 al teatro Sociale.

Alle 18, alla sala Filarmonica, «Reddito di cittadinanza e regole europee» con il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.

Oggi è andato in scena, fra i numerosi confronti, anche «Autonomie regionali, a che punto siamo? Le riflessioni degli esperti», proprio nei giorni in cui la Lega, forte del risultato elettorale, preme l’acceleratore su questo tema.

Sono intervenuti Mario Bertolissi (costituzionalista), Floriana Cerniglia (insegna economia politica), Fulvio Cortese (docente di Diritto amministrativo), Gianfranco Viesti (insegna Scienze politiche), stimolati dalle domande di Eugenio Occorsio, giornalista de La Repubblica.

Gli esperti hanno illustrato, attraverso le discipline di loro competenza, a che punto siamo nel percorso di attuazione delle norme costituzionali che consentono di attribuire alle regioni ordinarie “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”.

I ragionamenti degli esperti non hanno fatto intravedere una situazione dinamica e chiara ma, piuttosto, una “situazione di stallo” che, potrebbe anche rivelarsi negativa secondo una parte della riflessione di Viesti “l’Italia rischia un salto nel vuoto di cui gli Italiani non sanno niente”.

Da tutti è stato sottolineato che i problemi sono seri e che la richiesta di forme e condizioni di particolare autonomia da parte delle tre regioni, Lombardia, Veneto e Emilia Romagna deve essere esaminata attentamente. Nelle riflessioni esposte dagli esperti è stato evidenziato come i ruoli di chi fa cosa o di chi dovrebbe fare non sono così chiari e che pare “di non essere di fronte a quei principi di efficienza e responsabilità che dovrebbero essere applicati”. Mario Bertolissi ha sottolineato che “ci vuole coerenza e onestà intellettuale per poter discutere con competenza delle questioni”.

Fulvio Cortese, nel suo primo intervento, ha ricordato che “nel 2011, a dieci anni dalla riforma del 2001, le Regioni ordinarie avevano meno competenze di quelle che avevano prima della riforma”. Ha anche sottolineato che “i costi del fallimento di uno sguardo ampio li stiamo pagando”.

Il giornalista Occorsi ha evidenziato ponendo una domanda che l’opposizione che sta al Governo del Paese non si esprime e che pare che “la gestione di una materia così importante risulti affidata alla parte politica che ha a cuore che venga presto risolta”. E, secondo Gianfranco Viesti, “il Ministro degli Affari Regionali e le Autonomie del Governo Conte, Erika Stefani gioca con la squadra delle Regioni”.

Fra i numerosi incontri in programma oggi, 1° giugno, tornano come ieri dibattiti sulla questione del populismo connessa con la crisi della globalizzazione e le crescenti diseguaglianze economiche.

«Come il populismo cambia da paese a paese» è il tema di cui si occupano, alle 10, al Castello del Buonconsiglio (sala Marangonerie), Thomas Ferguson, Thiemo Fetzer ,Robert Gold,
a cura di Inet, modera Antonella Stirati.

Qual è la natura del populismo nei diversi paesi avanzati? Cosa possiamo imparare comparando i fattori economici, culturali e politici che contribuiscono a spiegare il successo dei populisti nei vari paesi? Una riflessione a vasto raggio con attenzione particolare ai casi della Germania, del Regno Unito e degli Stati Uniti, ma senza trascurare l’Italia.

«Globalizzazione e disuguaglianze» è invece il tema dell’intervento di Elhanan Helpman, introdotto da Simonetta Nardin, sempre alle 10, a palazzo Geremia.

Ci sono molti capi di imputazione che gravano sulla globalizzazione. Tra questi l’accusa più pesante è quella di aver fatto aumentare le disuguaglianze. È così vero? Una rassegna delle ricerche applicate sul tema a cura dell’economista che ha maggiormente contribuito all’analisi del commercio internazionale in mercati non competitivi. Sfatati molti luoghi comuni.

Sempre al Castello, alle 17, «La democrazia a rischio», con Daniel Ziblatt (videoconferenza) e Sergio Fabbrini, introduce Eva Giovannini.

«Sempre più spesso i sistemi liberali e democratici subiscono una involuzione autoritaria anche seguendo procedure elettorali e istituzionali legali. È quanto sta succedendo nell’America di Trump e in molti altri paesi, dalla Turchia all’Ungheria. Evitare la deriva autoritaria è possibile se le classi dirigenti avvertono in tempo il pericolo e si comportano di conseguenza», si legge nel programma.

Segnaliamo anche altri due incontri che si terranno in contemporanea, alle 19.

«Geografia economica dell’Europa sovranista», con Gianmarco Ottaviano, a cura di Editori Laterza. Ne discutono Colin Crouch, Marta Dassù, coordina la giornalista Tonia Mastrobuoni. Alla
Biblioteca comunale.

Alla sala Caritro, invece, «La globalizzazione e le economie locali», a cura della Società italiana degli economisti, coordina Roberta Rabellotti. Intervengono Anna Giunta, Lucia Tajoli, Alessandra Venturini.
«Qual è l’impatto del mercato globale sui mercati locali? Come le catene globali del valore cambiano i modelli di produzione locali? Qual è il ruolo dei flussi migratori sui sistemi di sviluppo locali?».

Infine, ricordiamo l'evento serale al teatro Sociale, alle 21, «Democrazia liberale o dittatura della maggioranza?». con John Bercow, presidente della Camera dei Comuni britannica, intervistato da Enrico Franceschini, Tim Hames

«Stretta fra l’ascesa delle autocrazie e l’onda del populismo, oggi la democrazia liberale sembra in crisi. Riuscirà a sopravvivere quello che Churchill definì “il sistema peggiore del mondo, a eccezione di tutti gli altri”?», si legge nella presentazione.

L’ingresso a tutti gli eventi è libero e gratuito fino ad esaurimento posti. Non è prevista la prenotazione. L’accesso agli eventi in programma al Teatro Sociale e al Cinema Modena avviene con voucher. Questi saranno distribuiti presso le biglietterie a partire da due ore prima dell’inizio di ogni evento.

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