L'ultimatum di Conte a Lega e 5s «Risposte chiare o lascio»
Ultimatum del premier, Giuseppe Conte, ai due vicepremier, Matteo Salvini, e Luigi Di Maio: «Se non avrò risposte chiare - ha detto, in conferenza stampa, a Palazzo Chigi - rimetterò al Colle il mandato». «Personalmente - ha aggiunto - resto disponibile a lavorare nella massima determinazione di un percorso di cambiamento. Ma non posso compiere questa scelta da solo. Le due forze politiche devono essere consapevoli del loro compito». «Se ciò non dovesse esserci - avverte Conte - non mi presterò a vivacchiare per prolungare la mia presenza a palazzo Chigi. Molto semplicemente rimettero’ il mio mandato».
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DI MAIO: «NOI LEALI»
Ecco i passaggi principali della conferenza di Conte:
«È compito delle forze politiche decidere» se far proseguire e come l’azione di governo, ha detto, chiedendo «una risposta chiara inequivoca e rapida. Il Paese - ha sottolineato - non può attendere».
«Ho sempre ritenuto che il contratto fosse un elemento di forza del governo: è la modalità più lineare e trasparente per dar vita a un governo tra due distinte forze politiche con contenuti programmatici diversi e contesti valoriali distinti».
«Mi sono determinato ad accettare l’incarico perché, pur consapevole di essere privo di una mia forza politica di sostegno, ho ritenuto di poter attingere dall’articolo 95 della Costituzione e alle prerogative ivi indicate, che definiscono ruolo e poteri del premier».
«L’esperienza di governo ha dovuto convivere con un ciclo serrato di tornate elettorali con campagna elettorale pressoché permanente e ne ha risentito il clima di coesione delle forze di governo. Io stesso avevo sottovalutato questo aspetto», ha affermato ancora Conte, aggiungendo: «In particolare il voto delle europee, molto complesso, ha accreditato l’immagine di uno stallo nell’attività di governo: questa è una falsità, il governo ha continuato a lavorare perché è iniziata la fase due, dopo la fase 1».
Il premier ha chiesto, quindi, «parole univoche per la fiducia dei mercati». La prossima manovra, ha sottolineato, dovrà mantenere un «equilibrio dei conti» perché «le regole europee rimangono in vigore finché non riusciremo a cambiarle».
I provvedimenti che il governo deve mettere in campo, secondo il presidente del Consiglio, «richiedono visione, coraggio, tempo, impongono di uscire dalla dimensione della campagna elettorale e entrare in una visione strategica e lungimirante, diversa dal collezionare like nella moderna agorà digitale».
Il presidente del Consiglio è intervenuto, quindi, sulla Flat tax, cara alla Lega: «Ragiono di una più complessiva e organica riforma del fisco perché la rimodulazione delle aliquote deve inserirsi in un percorso più complessivo, perseguendo una giustizia tributaria più efficiente, su cui lavoro con il ministro Bonafede. Lavoreremo senz’altro alla flat tax ma c’è una riforma organica del fisco di cui il Paese ha bisogno, che attende da anni».
Altro tema toccato da Conte, quello della Tav: «Ho detto che oggi così com’è non la farei - ha rilevato -. Non la trovo conveniente ma mi ritrovo in fase di attuazione del percorso e o trovo un’intesa con la Francia e la Commissione europea o il percorso è bello e segnato».