La confessione del proprietario della cascina esplosa: «Volevo i soldi, non uccidere»
C'è una tentata frode all'assicurazione dietro la tragedia di Quargnento per la quale i carabinieri hanno fermato la scorsa notte Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina esplosa in cui sono morti tre vigili del fuoco. Lo rende noto il procuratore di Alessandria Enrico Cieri nel corso di una conferenza stampa. L'uomo fermato ha confessato, negando però l'intenzione di volere uccidere. La moglie di Giovanni Vincenti è indagata a piede libero, rende noto il procuratore.
Giovanni Vincenti poteva evitare la tragedia. "Era stato informato da un carabiniere che il primo incendio era quasi domato - spiega il magistrato -. Vincenti non ha detto che all'interno della casa c'erano altre cinque bombole che continuavano a far fuoriuscire gas. Era intorno all'1, ci sarebbe stata mezz'ora di tempo per evitare la tragedia".
L'esplosione doveva essere una sola ma un errore nella programmazione del timer, collegato alle bombole del gas, ha provocato la tragedia. "Il timer era stato settato all'1.30 ma accidentalmente c'era anche un settaggio alla mezzanotte. Questo ha portato alla prima modesta esplosione che, ahimè, ha allertato i vigili del fuoco", ha detto Cieri.
Vincenti è ritenuto responsabile di disastro doloso, omicidio e lesioni volontarie per l'esplosione che la notte tra il 4 e il 5 novembre ha distrutto un cascinale.
"Il risultato operativo c'è stato, ma purtroppo i nostri ragazzi non ci sono più", commentano i vigili del fuoco di Alessandria. "Comunque giustizia comincia a essere fatta", aggiungono a proposito del fermo di Giovanni Vincenti.
La svolta nelle indagini a poche ore dai funerali solenni di Antonino, Marco e Matteo nella cattedrale dei Santi Pietro e Marco di Alessandria, alla presenza tra gli altri del premier Giuseppe Conte, del presidente della Camera Roberto Fico e del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. "Dovete beccarli, dovete fare di tutto per beccarli", è stato l'appello che i parenti delle tre vittime hanno rivolto nell'occasione al presidente del Consiglio.