Cinformi solo per i trentini? Fugatti accantona l'idea Nessuna chiusura agli stranieri
Il Cinformi continuerà ad aiutare gli stranieri. La giunta provinciale per il momento accantona l’idea di farlo diventare uno sportello destinato esclusivamente ai trentini in difficoltà. Il centrosinistra esulta: «Si sono resi conto che una cosa è la propaganda, l’altra la realtà».
Il colpo di scena si è avuto ieri, durante la maratona in aula consiliare per la discussione della manovra. Quando l’esecutivo ha dato il parere favorevole a un ordine del giorno di Futura che poneva l’attenzione alle politiche per la natalità che si concentra principalmente su due punti fondamentali. L’importanza dei servizi sociali e della rete socio-economica per creare un clima favorevole alla ripresa del tasso di natalità e il fatto di considerare che tali politiche di sostegno siano usufruibili da tutte le coppie che danno alla luce figli sul territorio, finché vivranno in Trentino, indipendentemente dalla loro origine e nazionalità.
«Per erogare questi servizi - ha spiegato Paolo Ghezzi (Futura) - all’intera platea di riferimento, sapendo che sono proprio gli stranieri che stanno mantenendo il livello demografico sopra la soglia di attenzione, era importante sottolineare il ruolo importante di Cinformi come erogatore di servizi per gli stranieri che sono, lo ricordiamo, studenti universitari, professori, lavoratori e professionisti, atleti in forze ai team sportivi del Trentino di eccellenza nazionale, lavoratori immigrati ed esseri umani richiedenti protezione internazionale». E ha aggiunto: «È un grande risultato politico, che mette il punto sulla necessità di affrontare temi importanti per il nostro territorio senza fare demagogia xenofoba ma dando risposte tenendo conto del tessuto sociale e di chi ne fa parte».
Maurizio Fugatti ha però subito precisato: «Riorganizzeremo presto l’intero settore in questione e dunque avremo modo di riparlarne a breve. Ci tengo a precisare, l’ordine del giorno approvato lo evidenzia, che con la questura c’è una collaborazione costante e il personale Cinformi che gli abbiamo messo a disposizione non verrà toccato».
Duro Alessio Manica (Pd): «Quando il furore della propaganda acceca si fanno danni e bisogna mettere pezze. L’ossessione di togliere agli stranieri per dare, in modo illusorio, di più ai trentini non ha senso nella realtà dei fatti, serve solo al consenso costruito solleticando istinti egoisti. Adesso tocca correre ai ripari, perché se si depotenzia il Cinformi si ridimensiona il suo ruolo di interfaccia con il mondo dell’immigrazione, rischiando di mettere in crisi il sistema a partire da chi, come la questura, vi opera quotidianamente. Il risultato è quello di aumentare le criticità: una scelta che rischia di ritorcersi contro».
Dello stesso tenore le considerazioni di Giorgio Tonini (Pd): «La giunta ne sta facendo parecchi di dietrofront. Basta vedere quello che è successo con il bonus bebè - mi riferisco alla parte trentina - che nella legge di bilancio passa dai cinque ai due anni. Sul Cinformi ha vinto il buonsenso. Sarebbe stato un grave errore archiviare un’esperienza di successo. Non ci possono essere discriminazioni».
Ha detto la sua pure Filippo Degasperi (M5s): «La maggioranza è abituata a sparare e poi a ripensarci. In campagna elettorale la Lega prometteva che avrebbe smantellato Cinformi. Noi, invece, eravamo dell’opinione che oltre agli stranieri dovessero essere aiutati da quel servizio anche gli italiani. E lì si sta arrivando. Alla faccia di chi, da destra a sinistra, ci ha attaccato».