Fondazione Mach: in corsa anche l'ideologo di Salvini
La corsa è aperta. Il via alla ricerca del futuro presidente della Fondazione Edmund Mach (Fem) di San Michele all’Adige, è stato dato a fine ottobre. E tra i concorrenti spunta un nome di peso: quello di Giuseppe Valditara, professore di diritto romano all’Università di Torino. Di peso, perché Valditara, uomo di destra, è oggi considerato il teorico del sovranismo, l’ideologo di Matteo Salvini. Interpellato su come intenda orientarsi nella scelta del nuovo presidente di Fem, il governatore trentino Maurizio Fugatti, glissa e si ripara dietro un «no comment». Sarà per la delicatezza della scelta, sarà perché il presidente leghista vuole prendersi tutto il tempo necessario, con gli assessori di riferimento, per una scelta ponderata. Fatto è che Fugatti, intanto, sceglie il silenzio.
IL BANDO APERTO
Il dirigente generale dell’”Unità di missione strategica affari generali della Presidenza, segreteria della Giunta e trasparenza”, Enrico Menapace, ha informato dell’apertura dei termini per la presentazione delle candidature per la carica di presidente di Fem a fine ottobre, ricordando che l’attuale incarico, ricoperto dal professor Andrea Segrè, scadrà il prossimo 22 febbraio. Le candidature potevano essere presentate dal 25 ottobre al 4 dicembre. Un incarico che dura cinque anni. A norma di statuto, tocca alla giunta provinciale nominare il presidente della Fondazione, pescandolo tra «persone di riconosciuta qualificazione professionale nell’ambito del mondo della ricerca, delle scienze agrarie-forestali e biologico-ambientali, dell’amministrazione o della formazione superiore ed universitaria».
SEGRÈ: I DUBBI SULLA RICONFERMA
Fem è una realtà complessa, tant’è che fa riferimento a tre assessorati diversi: a Giulia Zanotelli per l’agricoltura, ad Achille Spinelli per la ricerca, a Mirko Bisesti per l’istruzione e l’università (Fem è partner di UniTn nel Centro C3A ed il corso in viticoltura ed enologia). «Ci confronteremo in giunta, intanto siamo occupati sul bilancio» si limita a dire l’assessora Zanotelli.
La prima scelta riguarda l’eventuale conferma di Andrea Segrè, nel 2015 proposto dalla componente Pd della giunta provinciale, tanto che poi, nella logica spartitoria, l’allora governatore Ugo Rossi impose al cda di Fem un esponente del Patt per la direzione generale, affidata a Sergio Menapace, poi non riconfermato per fare spazio, da settembre, all’ingegner Mario Del Grosso Destreri, che oggi rappresenta la Fondazione nel cda di Hit-Hub innovazione Trentino. Segrè non ha manifestato interesse entro il termine del 4 dicembre. Del resto, al “bando” non è stata data molta pubblicità. Ma ciò non significa che il presidente in scadenza non sia interessato. Fin dalle prime dichiarazioni post insediamento (autunno 2018), la nuova giunta ha fatto capire che da Fem si attende un cambio di passo, sia nel sostegno allo sviluppo dell’agricoltura, anche attraverso la creazione di startup innovative (punto dolente) e nella risposta ai mutamenti climatici e alle grandi questione della difesa dai patogeni e dell’utilizzo della risorsa acqua, sia nella capacità di aumentare la quota di autofinanziamento. Per più di un motivo, per Fugatti & C., la riconferma di Segrè non è affatto scontata.
E Valditara, ordinario di diritto privato romano (in lizza non c’è solo il suo nome: c’è anche quello di docenti di genetica e agraria), che c’azzecca? Senatore per tre legislature con Alleanza Nazionale (di cui è stato responsabile scuola e università), poi con il Pdl, estensore della riforma Gelmini per l’università, Valditara è oggi un dirigente del Miur, capo dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca, scelto nel settembre 2018 da Salvini e dall’ex ministro leghista Marco Bussetti.
È stato allievo di Gianfranco Miglio, uno dei padri della Lega Nord, ed è un teorico del sovranismo. Ma per Valditara, al ministero, con l’insediamento del nuovo ministro 5 Stelle Lorenzo Fioravanti, l’aria è cambiata. Sufficiente per mettersi in gioco per la Fem?