Medico critica la giunta su M49: gli arriva un richiamo dell'Azienda con provvedimento disciplinare
Si può criticare l’operato della giunta leghista, anche se si è (in un certo senso) un dipendente pubblico? E anche se il tema dell’opinione non è per nulla affine al ruolo che si ricopre? A quanto pare no e su questo vuole vederci chiaro il consigliere provinciale Luca Zeni (Pd), che in una interrogazione chiede conto di procedimenti disciplinari contro i medici per aver criticato la gestione dell’orso M49. Se tutto fosse confermato si tratterebbe di un secondo caso, dopo la diffida presentata dall’Avvocatura della Provincia a un altro medico, il dottor Roberto Pergher, con l’invito «ad astenersi dall’effettuare dichiarazioni non corrispondenti alla realtà circa la gestione del comparto sanitario».
Tornando al nuovo episodio, il consigliere Zeni prova a ricostruire la vicenda, in attesa di conferme o smentite da parte del presidente Fugatti e dell’assessore Segnana.
«Nelle scorse settimane - scrive Zeni - si è diffusa all’interno dell’azienda sanitaria una notizia che ha suscitato in molti dipendenti preoccupazione e indignazione. Pare infatti che un primario, dipendente dell’azienda sanitaria, nel mese di luglio, quando la giunta provinciale è assurta agli onori della cronaca nazionale per essersi fatta scappare l’orso M49 (questione nella quale il Trentino non ha oggettivamente fornito quell’immagine di efficienza asburgica), abbia esercitato il diritto costituzionale di manifestazione del pensiero, criticando la giunta per quell’episodio. Nessun riferimento al proprio ambito lavorativo, nessun riferimento alla sanità. Pare che il primario sia stato richiamato, e gli sia stato suggerito di rimuovere il post perché avrebbe contrariato e irritato il Presidente Fugatti».
Ma la questione non si sarebbe fermata qui.
«Nonostante la rimozione del commento critico verso la giunta per la gestione di un orso, sembra che l’azienda sanitaria abbia comunque deciso di procedere con una contestazione disciplinare. Decisione che ha destato sconcerto dentro l’azienda e non solo, visto che anche a livello di sindacati medici nazionali si stia monitorando con attenzione quanto stia accadendo, perché si tratterebbe di un precedente preoccupante se un medico dovesse subire ripercussioni professionali per aver manifestato da cittadino valutazioni su avvenimenti politici che nulla c’entrano con il suo ruolo di medico. Inoltre sembra che il professionista in questione abbia deciso, in seguito a questo atteggiamento dell’istituzione provinciale, di lasciare il proprio incarico e dimettersi dall’Apss».
A questo punto Zeni amplia il ragionamento: «I medici qualificati hanno molte opportunità di lavoro, e la loro scelta dipende in gran parte, più che dallo stipendio, dal progetto professionale e dal contesto di lavoro. Se questi non sono all’altezza, ci mettono un minuto a spostarsi in altre realtà, magari vicine e concorrenti. Ed espone il Trentino al rischio di perdere i migliori professionisti per (provare a) sostituirli con medici magari non altrettanto qualificati. Resta la sensazione diffusa di un utilizzo strumentale di una procedura disciplinare al fine di “richiamo politico”».
A rispondere alla ricostruzione di Luca Zeni saranno quindi, nelle prossime sedute del consiglio provinciale, i vertici della giunta. Ma se tutto fosse vero si aprirebbe un vero e proprio caso politico.