Muore e diventa un eroe anti-sistema il medico cinese che avvertì dell'epidemia, ma fu censurato
Esplode l’ira sui social cinesi per la morte del medico eroe che per primo, ma inascoltato e anzi redarguito, lanciò l’allarme contagio. L’hashtag “#Dr Li Wenliang è morto” ha raggiunto in serata più di 1,5 miliardi di visualizzazioni su Weibo, il Twitter in mandarino. L’emozione per la scomparsa dell’oftalmologo di 34 anni è stata forte e ha risvegliato la voglia di discutere e criticare, anche le autorità, nel mezzo dell’epidemia del coronavirus di Wuhan.
I due hashtag più diffusi in mattinata su Weibo sono stati quelli collegati al medico eroe: #vogliolalibertàdiparola, in particolare, ha vantato un record di milioni di visualizzazioni prima di sparire nelle maglie della censura del Great Firewall. Il sistema di censura di massa del web attivo in Cina, che oscura fra l’altro i principali social occidentali.
A poche ore dalla sua morte per il contagio della malattia, gli utenti di WeChat, l’app di messaggistica, hanno espresso cordoglio e rabbia. Dalla tristezza per la perdita di un «eroe» ai riferimenti al “Senti il popolo cantare” da Les Misérables fino al commento stesso di Li rilasciato al magazine Caixin: «Una società sana non dovrebbe avere una sola voce». E anche questo è finito sotto la pressione della censura.
Molti netizen hanno passato la notte seguendo il giallo del suo decesso: prima dato per certo, poi diventato uno stato in condizioni disperate e, infine, morto. Su internet restano ancora uno screenshot con il post del Global Times che dà il medico morto il 6 febbraio quando era ancora vivo, e quello del Wuhan Central Hospital sulla conferma ufficiale della scomparsa, datato 7 febbraio.
Tra i vari commenti su Weibo e WeChat, ce ne sono alcuni con la chiamata a scendere in strada («contro la gestione della crisi») e altri con allusioni poetiche sulla fallacia del Partito comunista cinese, in gran parte stoppate dal Great Firewall. «Li è un eroe e ha messo in guardia gli altri sacrificando la sua vita», ha scritto uno dei follower del medico di Wuhan, morto in piena notte alle 2:58 (le 19:58 di giovedì in Italia), secondo il referto ufficiale. Altri commenti sono molto più pesanti: «Quei grassi funzionari che vivono con il denaro pubblico possano morire per una bufera di neve», ha scritto un netizen in un post, subito oscurato.
In serata, invece, l’agenzia Xinhua ha dato conto dell’omaggio del governo municipale di Wuhan al coraggioso oculista: sarà «compensato» dall’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro con un indennizzo totale di oltre 800.000 yuan (circa 114.000 dollari) per il funerale e le altre spese, a favore dei familiari. L’Ufficio comunale per le risorse umane e la previdenza sociale di Wuhan verificherà anche il pagamento della pensione per i suoi parenti a norma di legge. Tutti temi finiti poi nelle chat di discussione.