Nuova stretta sugli spostamenti In arrivo multe fino a 2.000 euro
Evidentemente non basta l’articolo 650 del codice penale a far passare ad una minoranza di italiani (poco meno del 5%) la voglia di uscire di casa senza un valido motivo. Ed ecco che il Governo pensa ad una stretta delle sanzioni (fino a duemila euro di multa e la confisca del mezzo di trasporto) per chi non rispetta il divieto di spostarsi. Ieri ci sono stati altri 10mila denunciati (sono 96mila dall’11 marzo, su 2 milioni di persone controllate dalle forze del’ordine). E per monitorare gli spostamenti dei cittadini molti Comuni pensano all’impiego di droni, che oggi ha avuto il via libera dall’Enac, l’Ente dell’aviazione civile. Intanto, dopo l’entrata in vigore della nuova stretta anti-uscite, cambia nuovamente il modulo per l’autocertificazione da esibire ai controlli di polizia.
In migliaia, dunque, in tutta Italia, continuano a disubbidire ai divieti, incappando nel reato di «inosservanza dei provvedimenti del’Autorità», che il Codice punisce con la reclusione fino a tre mesi di reclusione ed un ammenda fino a 206 euro. Pene che non costituiscono un valido deterrente, ha lamentato il capo della polizia Franco Gabrielli, che ha chiesto «sanzioni più efficaci», definendo «in questo momento assolutamente insufficiente» l’articolo 650, aggiungendo che certi comportamenti da parte dei cittadini sono «ingiuriosi» nei confronti di medici e infermieri che «stanno conducendo una battaglia contro la morte e salvando vite».
Gabrielli raccoglie ovviamente gli umori dei suoi uomini, che sono quotidianamente in strada per fare rispettare le misure via via più stringenti decise dai decreti del premier. «Le ulteriori misure restrittive adottate con il decreto di ieri - è la valutazione di Enzo Letizia, segretario dell’Associazione nazionale funzionari di Polizia - corrono il rischio di non essere adeguatamente efficaci alla luce del sistema sanzionatorio a cui fanno riferimento. L’esperienza di questi giorni - aggiunge - ci restituisce una realtà fatta di una minoranza non trascurabile di soggetti riottosi a comprendere l’importanza del rispetto delle regole, facendo di tutto per sfruttare spazi interpretativi per eluderle».
I «riottosi» ieri sono stati 10.326 su 157.621 controllati.
Dall’entrata in vigore delle nuove regole, l’11 marzo, sono state denunciate 96mila persone su 2 milioni controllate. Cifre ancora importanti e che rischiano di vanificare la linea del «distanziamento sociale» sollecitata dagli studiosi per bloccare la diffusione del Covid-19. Il Governo sta pensando quindi ad una stretta per colpire più pesantemente nel portafogli chi viola le norme anti-contagio. Un testo potrebbe essere valutato già nel Consiglio dei ministri di domani. L’idea è quella di inasprire l’ammenda ora prevista, introducendo una sanzione amministrativa, non penale, per chi non rispetta le limitazioni agli spostamenti. Si discute, secondo alcune fonti, di una multa che potrebbe essere intorno ai 2.000 euro. Nonché della confisca del mezzo su cui viaggia il trasgressore.
E per individuare assembramenti e movimenti illegali molti comuni stanno ricorrendo all’utilizzo di droni, che però è limitato da un apposito Regolamento dell’Enac. Oggi l’Ente, rispondendo alle numerose richieste arrivate dalle polizie locali ha varato una disposizione che prevede deroghe al Regolamento sui droni per «le operazioni di monitoraggio degli spostamenti dei cittadini sul territorio comunale». E gli aerei senza pilota potranno essere usati anche «nelle aree prospicienti di tutti gli aeroporti civili».
Infine, cambia nuovamente il modulo per l’autocertificazione, che indica ora anche il domicilio del dichiarante, oltre alla residenza, e recepisce gli ultimi divieti di movimento.
L’indicazione è stata data con una circolare inviata dal capo della Polizia a prefetti e questori. Nel documento viene precisato chi è legittimato a spostarsi: ad esempio i pendolari e chi va alla stazione o all’aeroporto per «trasferire propri congiunti nella propria abitazine.
IL NUOVO MODULO PER LE AUTOCERTIFICAZIONI