Vicepresidenza del Consiglio Kaswalder ancora sotto attacco
Nemmeno oggi si è trovato il successore di Alessandro Olivi. Muro contro muro tra minoranza e maggioranza
Stamane il Consiglio ha sospeso l'elezione suppletiva del suo vicepresidente, dopo le dimissioni di Alessandro Olivi (Pd). La garante delle minoranze Paola Demagri (Patt) ha dichiarato in aula che esse non sono ancora pronte a individuare un vicepresidente «che dovrebbe affiancare un presidente verso il quale confermiamo di non avere più fiducia».
Paolo Ghezzi (Futura) ha aggiunto che in assenza del vicepresidente, «il Consiglio risparmia di pagare la relativa indennità e lo stipendio per il suo segretario particolare, mentre la permanenza nel suo ruolo del presidente in carica porta con sè 4.700 euro di spesa al mese per lo stipendio del segretario particolare licenziato e in causa».
«La mia presidenza - ha replicato Walter Kaswalder - ha però ridotto da 5 a 2 gli addetti della Presidenza rispetto alla gestione Dorigatti, con evidente saldo positivo per i conti dell'assemblea legislativa». Alessandro Savoi (Lega) ha detto che «non è accettabile l'atteggiamento delle minoranze e il tentativo ogni volta di rimettere in discussione il presidente, di cui è stata respinta la sfiducia. La misura è colma, è responsabilità delle minoranze ripristinare la piena operatività dell'Ufficio di Presidenza».
Roberto Paccher (Lega) ha giudicato che le minoranze non stanno rispettando l'istituzione consiliare e si comportano da bambini capricciosi. Ugo Rossi (Patt) ha sottolineato per contro l'unità d'intenti delle opposizioni. Presidente e vicepresidente - ha argomentato - vengono eletti sulla base di un accordo politico tra maggioranza e minoranza, che nella fattispecie non c'è più. Il Consiglio può continuare tranquillamente a funzionare, nel frattempo chi può valuti se intende fare politica e ricostruire l'accordo del 2018, poi venuto meno.
Alex Marini (pentastellato del gruppo Misto): «Io ritengo che l'Ufficio di Presidenza risente di questa situazione e non programma e provvede come dovrebbe, ad esempio ragionando sul completamento della pianta organica a palazzo Trentini e per gli organi di garanzia. Ci sono tanti temi tecnici che ho posto - a tutela anzitutto del ruolo dei consiglieri e poi della funzionalità degli uffici - che non si affrontano e sui quali nemmeno mi si dà risposta. È difficile accedere agli atti e una serie di mie proposte e progetti sono stati cassati senza ragione apparente».