Covid, Lombardia sorvegliata speciale Ecco la situazione nelle regioni
La geografia regionale dell’epidemia indica da mesi come zona rossa numero uno la Lombardia e in particolare nelle ultime settimane la città di Milano.
Situazioni critiche per l’incidenza dei contagi anche in alcune altre zone, compresa la provincia di Bolzano.
Preoccupano, mentre oggi in Italia si registrano 297 morti, anche Piemonte, valle d’Aosta, Campania, Liguria e Lazio.
Ecco una panoramica degli ultimi aggiornamenti dei dati riguardanti alcune aree del Paese.
LOMBARDIA
«La situazione è sempre più preoccupante» e non lo nasconde il primario del Sacco Massimo Galli, che invita i lombardi a stare a casa il più possibile, evitando di recarsi al cimitero. Rimangono alti, infatti, i nuovi casi positivi, che sono 8.919, il numero più alto in tutta Italia, mentre crescono le vittime, solo ieri 73.
Un virus che non risparmia nessuno: ieri l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, è risultato positivo al Covid: non presenta alcuna sintomatologia e ha iniziato il periodo di quarantena previsto dai protocolli. Dal San Paolo di Milano, dove è ricoverato da ieri, il presidente di Rcs Urbano Cairo fa sapere di stare «abbastanza bene» e fa un appello dai social: «non sottovalutate questo virus».
A Milano, intanto, i numeri di accessi ai pronto soccorso e dei soccorsi delle ambulanze per casi respiratori o infettivi, proseguono la loro impennata arrivando a lambire i valori della prima ondata della pandemia: gli interventi delle ambulanze per casi assimilabili ai Covid (e che devono quindi essere prudenzialmente trattati come tali) sono stati ieri 420, contro i 480 al giorno del periodo marzo-aprile 2020. In linea con ieri i nuovi ricoveri: 22 in intensiva, 335 negli altri reparti.
Intanto, «da lunedì - annuncia il presidente Attilio Fontana - i tamponi rapidi antigenici inizieranno ad essere utilizzati dalle Ats e Asst della Lombardia in determinati ambienti pubblici e successivamente, grazie ad una delibera che sarà presentata in giunta martedì 3 novembre, saranno forniti a medici e pediatri di famiglia che daranno la disponibilità».
Sul fronte dei riflessi economici della pandemia e dell’ultimo Dpcm, questa mattina sono scesi in piazza, di fronte al cimitero Monumentale, i lavoratori dello sport.
VENETO
«È già una realtà la fase 3 in Veneto». Lo ha annunciato oggi il presidente della Regione, Luca Zaia, spiegando che «sono stati oltrepassati i 900 ricoveri che superano appunto la fascia 3: oggi sono 908, mentre ci si sta avvicinando (sono 127) alla soglia dei 150 malati nelle terapie intensive».
È già iniziata così l’apertura dei Covid center, ma «questo - ha precisato Zaia - non significa che vengono chiusi gli ospedali, ma che gradualmente, pian piano, compatibilmente con l’organizzazione ospedaliera e con il buon senso, si colonizza l’ospedale con i malati Covid».
Il Bollettino di oggi registra 2.697 contagi più di ieri, per un totale di 56.953 infetti dall’inizio dell’emergenza. Pesante anche il bilancio dei morti, con altre 12 vittime, che portano il dato complessivo a 2.401. In particolare, a Venezia e provincia vi sono più ricoverati Covid ora sotto i quarant’anni e oltre gli 80 rispetto alla ‘prima ondatà di marzo, Under 70 dimezzati, ultranovantenni raddoppiati.
«Stasera per i bimbi - ha detto Zaia - non è proprio il caso di andare a suonare i campanelli delle case per ‘dolcetto o scherzettò, evitiamo per sicurezza questo ‘cerimonialè di Halloween. L’invito ai cittadini è quello di fare qualche sacrificio, è quello di evitare magari le frequentazioni non indispensabili, e a portare la mascherina».
Intanto, un’ordinanza regionale rende obbligatorio per tutti i 3.150 medici di medicina generale del Veneto l’effettuazione dei test rapidi ai propri assistiti, come previsto dall’accordo nazionale con il Ministero della Salute firmato nei giorni scorsi da alcune sigle dei medici di base. «Chi si esime - ha precisato Zaia - verrà sanzionato».
CAMPANIA
Non si ferma la corsa del virus in Campania. I positivi, infatti, sono in costante aumento. Secondo il bollettino dell’Unità di crisi della Regione, 3.669 rispetto ai 3.186 di ieri. Aumentano anche i tamponi effettuati: 20.860 a fronte dei precedenti 18.656.
I sintomatici sono 192, gli asintomatici 3.477. I deceduti sono 14 (tra il 26 ed il 30 ottobre) per un totale di 673. I guariti 275 (il totale è di 11.337). Il totale dei positivi in Campania è di 55.470 su un complessivo di 958.834.
Alla luce di questa situazione in Campania si lavora all’attuazione del piano per la riorganizzazione degli ospedali e per il reclutamento di medici. Le strutture sanitarie sono sotto stress mentre è corsa per cercare di garantire la necessaria assistenza nelle terapie intensive con l’obiettivo di prepararsi ad un eventuale peggioramento della situazione. Un sos viene dal 118: servono più medici ed infermieri per le ambulanze a causa del notevole incremento delle chiamate giornaliere. Situazione critica all’ospedale Cotugno per la cura delle malattie infettive dove ormai ci si avvia alla saturazione e i pazienti aspettano in ambulanza che vengano dimessi i guariti così da poter trovare un posto letto.
Problemi anche in provincia. Sono infatti tra «i 30 e i 40» i soggetti appartenenti al personale dell’ospedale Covid di Boscotrecase (Napoli) risultati positivi al tampone del Covid-19, «stando ai dati relativi a questa mattina». Ad affermarlo è il direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud, Gennaro Sosto.
Intanto, il Policlinico dell’azienda ospedaliera dell’Università Federico II 150 posti letto da destinare ai pazienti covid positivi.
Sono stati già portati a termine gli interventi strutturali di potenziamento delle terapie intensive e attivati i posti letto di malattie infettive, adulti e pediatrici, e di ostetricia e ginecologia dedicati al Covid, come previsto dagli atti di programmazione regionale.
Potranno essere assistiti pazienti, anche affetti da patologie ulteriori o che necessitino di intervento chirurgico con sale operatorie dedicate, in reparti differenziati per gradi diversi di intensità di cure e supporto non meccanico alla ventilazione.
L’Esercito, dopo aver avviato il drive in a Caserta con l’installazione di un proprio laboratorio mobile per l’effettuazione dell’analisi dei tamponi biomolecolari tamponi, si è spostato oggi ad Avellino. Il laboratorio, in grado di processare 200 tamponi al giorno in supporto al Drive through della Difesa è stato allestito dal 7° Reggimento Difesa CBRN (Chimico, Biologico, Radiologico e Nucleare) «Cremona», con tecnici del Dipartimento Scientifico del «Celio».
Anche oggi manifestazioni di protesta. Due davanti alla sede della Regione Campania, una delle mamme che lamentano lo stop alle scuola e una dei titolari di b&b in gravi difficoltà economiche e senza ristori.
EMILIA-ROMAGNA
Aumentano i contagi giornalieri di Sars-Cov2 che nelle ultime 24 ore sfondano la cifra record di duemila. Cresce la pressione sugli ospedali con nuovi ricoveri nelle terapie intensive e negli altri reparti Covid ma un altro dato che colpisce oggi è il numero delle nuove vittime del coronavirus, 19 in sole 24 ore.
Per lo più pazienti ultraottantenni e ultranovantenni, ma anche un uomo di 65 anni e una donna di 73. Intanto a Bologna il sindaco invita la popolazione a comportamenti di responsabilità e stringe sui locali ‘disobbedientì all’ultimo Dpcm di misure restrittive anti-Covid.
Il bollettino dei nuovi casi oggi conta 2.046 positività a fronte dell’altrettanto cifra record di quasi 19mila tamponi. La percentuale dei positivi sul numero di esami è del 10,8%. Età media 44 anni. Dei nuovi contagi, 963 sono persone asintomatiche individuate nelle attività di screening regionale e di contact tracing. Aumentano le persone ricoverate negli ospedali: altri sei pazienti nelle terapie intensive, per un totale di 125, e altri 66 nei reparti Covid (1.223). La situazione dei contagi nelle province vede Bologna in testa con 481 nuovi casi, poi Reggio Emilia (367) e Modena (322) ma nessuna provincia è ormai indenne dall’aumento.
Intanto a Bologna stretta sui locali ‘ribellì, che, dopo l’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm per contenere i contagi da coronavirus, non hanno rispettato la chiusura delle 18 ricevendo diverse sanzioni. Il sindaco Virginio Merola ha firmato per due locali ordinanze che impongono la chiusura dalle 15 alle 6 del giorno successivo. «Purtroppo - ha detto il sindaco in una trasmissione tv - in una frangia della popolazione giovanile c’è questa specie di diritto all’aperitivo e a comunque vivere la propria vita che sconta una grossa ignoranza sul fatto che se non stiamo uniti se non pensiamo agli altri, questa volta ce n’è per tutti».
PIEMONTE
È di 28 decessi e di 2.887 contagi il bilancio dell’emergenza Coronavirus nelle ultime 24 ore in Piemonte. Dei nuovi positivi il 42% è asintomatico. I tamponi processati sono stati 15.575, quasi 30 mila i piemontesi in isolamento. In aumento i ricoverati: in terapia intensiva sono 174 (+15 rispetto a ieri), negli altri reparti 2.683, 136 in più rispetto a ieri.
Dall’inizio dell’emergenza, dunque, in Piemonte i decessi di persone positive al Covid-19 sono stati 4.383, i positivi 70.636. I guariti sono 33.429.
Il Piemonte converte 16 ospedali alla cura del Covid. «È una scelta difficile, ma inevitabile, per riuscire a fronteggiare la necessità crescente di posti Covid e dare una risposta immediata che decongestioni i nostri pronto soccorso», spiega l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi. «La conversione di questi presidi ci consente di destinare ai pazienti Covid dei percorsi ospedalieri completamente dedicati e separati da quelli dei pazienti non Covid - aggiunge -. Il sistema sanitario piemontese sta facendo lo sforzo massimo per potenziare il più possibile l’intera rete ospedaliera e territoriale, che l’evoluzione della pandemia sta mettendo a dura prova in tutto il nostro Paese».
Diventano Covid Hospital a Torino l’Ospedale Martini, con chiusura del Dea, e parzialmente il Cto, con la conversione della Medicina del lavoro, parte della Rianimazione e dell’Ortopedia, mentre in provincia di Torino il San Luigi di Orbassano (con una conversione del 50% dei posti letto e Dea aperto) e gli ospedali di Venaria, Giaveno, Cuorgnè, Lanzo e Carmagnola.
Nel Cuneese gli ospedali di Saluzzo e Ceva, in provincia di Alessandria la Clinica Salus e l’ospedale di Tortona, in provincia di Asti l’ospedale di Nizza Monferrato, nel Novarese l’ospedale di Galliate, nel Vercellese quello di Borgosesia (con Punto di primo intervento - PPI - aperto h24) e nel Vco il presidio Coq di Omegna.
TRENTINO ALTO ADIGE
In Alto Adige il contagio continua ad aumentare: sono stati registrati 547 nuovi casi positivi su 3.099 tamponi effettuati dai laboratori dell’Azienda sanitaria altoatesina nelle ultime 24 ore. Sono 4 i decessi. I pazienti Covid-19 ricoverati nei normali reparti ospedalieri sono 167.
Sono invece 70 quelli ricoverati nelle strutture private convenzionate e 78 in isolamento nella struttura di Colle Isarco. I ricoverati in reparti di terapia intensiva sono 18. Le persone in isolamento domiciliare sono 8.209.
Sono invece 390 i nuovi casi positivi in Trentino su 3.056 tamponi, effettuati, 130 i pazienti ricoverati. La crescita esponenziale era prevista ed oggi la cifra dei nuovi casi positivi sfiora il raddoppio rispetto a ieri. Dei nuovi positivi 224 sono sintomatici, 48 con 70 o più anni, 51 sono invece bambini e ragazzi in età scolare ed è probabile che questo comporterà l’isolamento delle rispettive classi (ieri quelle in quarantena erano 167). Va detto che 208 persone sono classificate pauci-sintomatiche, ma cresce, seppur di poco, il numero dei ricoveri in ospedale: oggi sono 130 i pazienti di cui, come ieri, 9 in rianimazione.