La Camera approva la legge contro omofobia e discriminazioni La destra: «Reato di opinione»
Primo passo per la legge che vuole proteggere persone omosessuali, donne e disabili dai così detti reati d’odio, cioè l’istigazione a commettere atti violenti o discriminatori nei loro confronti. La Camera ha infatti approvato in prima lettura a scrutino segreto, con 265 sì e 193 no, la proposta di legge che ha adottato il nome del relatore, il Dem Alessandro Zan, e che prende spunto da diverse proposte di legge di iniziativa di deputati di Leu, Pd, M5s ed anche Fi.
Proprio la presenza di un testo della «azzurra» Giusi Bartolozzi ha reso inizialmente possibile in Commissione Giustizia il sostegno di Fi, che alla fine ha scelto di allinearsi a Lega e Fdi.
Solo cinque «liberal» di Fi hanno votato a favore (Bartolozzi, Polverini, Prestigiacomo, Vito e Perego).
Il centrodestra ha sostenuto che si tratta di una legge che introduce un reato di opinione, tanto è vero che in Aula i deputati di Fdi hanno inscenato una protesta indossando un bavaglio mentre la Lega (nella foto) ha scandito polemicamente «libertà, libertà» con i deputati che mostravano dei fogli.
Il testo tuttavia, che interviene sulla legge Mancino (che colpiva la violenza e l’odio razziale) non prevede come quella le sanzioni alla «propaganda» ma solo ai concreti atti di violenza, discriminaziione e di istigazione a tali atti.
Critiche anche dalle femministe di «Se non ora quando» per le quali «attraverso il concetto di »identità di genere« la realtà dei corpi - in particolare quella dei corpi femminili - viene dissolta».
Tutta la maggioranza la definisce «una legge di civiltà», da Nicola Zingaretti al presidente della Commissione Giustizia Mario Perantoni (M5s), da Nicola Fratoianni a Lucia Annibali di Iv, così come i ministri Federico D’Incà (M5s) e Elena Bonetti (Iv).
«Un testo avanzato ed efficace contro la violenza e le discriminazioni» ha detto Zan. Il presidente della Camera Roberto Fico ha trasmesso immediatamente il testo al Senato, che dovrà ora esaminarlo.
Ecco in pillole le novità:
- CARCERE: reclusione fino 18 mesi o multa fino a 6.000 euro per chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati «sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità»; carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi; reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per gli stessi motivi.
- AGGRAVANTI: per qualsiasi reato commesso per le finalità di discriminazione o di odio la pena viene aumentata fino alla metà.
- CLAUSOLA SALVA IDEE: «sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonchè le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purchè non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti» - LAVORO IN FAVORE DELLE ASSOCIAZIONI: il condannato per i delitti di istigazione alla violenza e alla discriminazione può ottenere la sospensione condizionale della pena se presta un «lavoro in favore delle associazioni di tutela delle vittime dei reati».
- GIORNATA NAZIONALE: il 17 maggio è la giornata nazionale contro l’omofobia dedicata alla promozione della cultura del rispetto e dell’inclusione nonché al contrasto dei pregiudizi, delle discriminazioni. Le scuole di ogni ordine e grado dovranno inserire nella propria offerta formativa programmi di sensibilizzazione a questo tipo di discriminazioni.
- CENTRI ANTI-VIOLENZA: 4 milioni l’anno per dei centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere, per prestare assistenza legale, sanitaria, psicologica, ed anche alloggio e vitto alle vittime dei reati di odio e discriminazione.