«A Trento Nord serve il tram» Mobilità, Brugnara (Pd) deluso dal neoassessore Facchin
È rimasto stupito, alla lettura della prima intervista del neo assessore alla mobilità e alla transizione ecologica, Ezio Facchin. Si dice stupito, Michele Brugnara , per la posizione sulla tramvia di Trento Nord. Brugnara, da consigliere comunale del Pd, nella passata consiliatura, ha sempre sollecitato, spesso inascoltato, l'amministrazione comunale a cambiare passo in materia di mobilità. «Il progetto del tram, messo al primo posto dell'agenda programmatica del sindaco Ianeselli» dice «non è una mera questione trasportistica».
Consigliere Brugnara, come valuta le prime dichiarazioni del nuovo assessore Facchin?
«Facchin è un tecnico di alto valore, con competenze indiscutibili in materia di trasporti, riconosciute da tutti, in particolare riguardo al tunnel del Brennero, alle tratte di accesso e alla circonvallazione ferroviaria di Trento. La giunta, è indubbio, ha al suo interno una persona molto competente. Ho però letto con sorpresa il suo primo documento e l'intervista».
Sorpreso perché?
«La tramvia, nel documento, non è citata: questo stupisce».
L'ingegner Facchin ha però spiegato con chiarezza che il cardine è il grande progetto integrato di interramento e circonvallazione ferroviaria e che ciò che conta è un collegamento forte tra piazza Dante e Trento Nord: che questo collegamento sia un tram o super bus, vale a dire un metrobus, lo si valuterà...
«Bene, il ragionamento che parte dello scheletro dell'interramento del boulevard. Ma questo ha a che fare con la Trento del 2050. Noi dobbiamo invece anche pensare a breve-medio termine, alla Trento fra 5-10 anni, su due fronti: trasporto pubblico e mobilità dolce».
In concreto, cosa significa?
«Che, per quanto riguarda il trasporto pubblico, il tram non è solo una risposta trasportistica. La tramvia è un grande tema urbanistico. Trento Nord ha un futuro se ci sarà una tramvia di qualità, non un metrobus o super bus. Attenzione: il metrobus è nel programma. È una "Lam", una linea ad alta mobilità, con frequenze ogni 10 minuti, con autosnodati magari ibridi. Il metrobus, secondo i tecnici, lo si può fare in 6-12 mesi, ma non comporta una riqualificazione urbanistica , che nemmeno si fa con il Nordus (prolungamento e interramento della Trento-Malé, ndr): linea distante dai quartieri popolosi e dai centri commerciali. Un servizio di collegamento extraurbano, non urbano. La tramvia, invece, è concepita dal programma del sindaco per ridare dignità ai quartieri nord».
E per la mobilità dolce cosa si aspetta?
«Mobilità dolce è avere attenzione non solo alle grandi opere, ma anche a quelle immediate. Vuol dire raccordare, in rete, le piste ciclabili, realizzare i 200 metri di collegamento tra piazza di Fiera e corso 3 Novembre: lo si può fare in tre mesi. Vuol dire istituire le "Zone 30", come hanno subito fatto a Reggio Emilia, nella zona universitaria di via Verdi, via Rosmini, via Giusti: il traffico va portato su via Sanseverino... Oggi, a Trento, gli spazi sono occupati in prevalenza da auto in sosta o in transito. Non serve attendere il Biciplan o il Pums, per questi interventi. Importante, pure, è farli coinvolgendo i cittadini, associazioni e comitati, non solo le Circoscrizioni».