L'infettivologo Matteo Bassetti «Per Natale va bene il sistema a zone Non servono nuove misure»
«Ci vuole un po’ di coerenza. Altrimenti meglio farci governare direttamente dai tedeschi».
Così Matteo Bassetti, direttore Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, via Facebook invita il governo a mantenere la zonizzazione del Paese durante le festività natalizie lasciando perdere l’idea di zona rossa nazionale e chiusure generalizzate. Su questi ultimi punti Roma dovrebbe finalmente decidere domani, dopo l’ennesimo vertice di maggioranza: ci si divide fra chi vorrebbe dal 24 dicembre all’Epifania un regime simile alla quarantena di marzo e aprile e chi (come il preier) propende per misure un po’ meno dure.
Al momento la versione più gettonata sarebbe a chiusura dal 24 dicembre al 3 gennaio nei festivi e prefestivi, cioè un lockdown totale per otto giorni, salvo eventuali deroghe per poter incontrare i familiari o i congiunti stretti (ma solo in numero limitato).
Comunque sia è certo che non si concreterà il «Natale sereno» promesso dal premier Conte due mesi fa nel presentare il piano e il «sacrificio» chiesto agli italiani per le chiusure localizzate secondo fasce di rischio (gialla, arancione e rossa). Un piano che il governo reputa abbia dato risultati eccellenti, tuttavia una parte della maggioranza giallorossa e del comitato tecnico-scientifico ora lo considera insufficiente a gestire in sicurezza gli incontri natalizi fra le persone, specie se anziane. Si teme per la tenuta del sistema ospedaliero italiano alal vigilia della campagna vaccinale.
Dall’opposizione e da parte della maggioranza, peraltro, questa visione viene criticata, soprattutto in relazione ai divieti di spostamento che si intende imporre ai cittadini proprio durante le festività mentre in altri Paesi - si fa notare - si allentano le limitazioni ai viaggi proprio per consentire i nricongiungimenti, ma con grande cautela e rafforzando raccomandazioni e controlli.
«Prima di prendere decisioni affrettate occorre vedere i nostri dati del contagio e dei ricoveri e prendere provvedimenti a misura di situazione locale.
Non si può e non si deve tornare indietro rispetto al nostro modello organizzativo. Sarebbe come dire che tutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi, con la divisione delle varie aree geografiche, è stato sbagliato», scrive Bassetti nel post.
«Si parla di nuove chiusure come se i provvedimenti presi fino ad oggi non ci fossero stati? Siamo ancora nella seconda ondata, ma non dappertutto le cose vanno male. Qui in Liguria e nel mio ospedale le cose non vanno assolutamente male. Nessuno si deve mettere il pannolone per assistere i malati covid (perché non avrebbe tempo di andare in bagno), come ho sentito dire ieri sera da un esperto. Siamo stanchi, ma è il mestiere che ci siamo scelti di fare e siamo contenti di farlo al meglio.
Questa visione catastrofista e nefasta non mi appartiene. Ci sono realtà in cui le cose non vanno così male come qualcuno vuole dipingerle. Anzi...
Dobbiamo poi finirla di voler “scimmiottare” gli altri Paesi europei.
Prima di prendere decisioni affrettate occorre vedere i nostri dati del contagio e dei ricoveri e prendere provvedimenti a misura di situazione locale. Non si può e non si deve tornare indietro rispetto al nostro modello organizzativo.
Sarebbe come dire che tutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi, con la divisione delle varie aree geografiche, è stato sbagliato. E’ giusto raccomandare a tutti i cittadini di tenere comportamenti responsabili e aiutarli con regole chiare.
Ci vuole un po’ di coerenza. Altrimenti meglio farci governare direttamente dai tedeschi. Ma non solo ora. Che governino anche la programmazione e il finanziamento della sanità e la gestione della scuola e dell’università. Insomma in tutti i settori».
In un altro post, Bassetti precisa: «Per chi pensa che farò politica. Mi piace il mio lavoro e continuerò a fare il medico infettivologo e il professore universitario».
Quanto alle regole di prevenzione da seguire durante le feste per evitare i contagi, Bassetti spiega: «A Natale non più di 8, massimo 10 persone a tavola (a seconda delle dimensioni della casa), ben distanziate, possibilmente appartenenti a non più di due nuclei familiari. Mascherina Ffp2 ai nonni. Piatti e bicchieri di plastica. Evitare baci e abbracci. Ben coperti perché meglio aprire le finestre.
Occorre evitare che il Natale diventi un moltiplicatore di contagi. Natale con i tuoi (in sicurezza), Pasqua con il vaccino».
Invece proprio oggi il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia ha insistito sul blocco totale: «Dovremo passare il Natale ognuno a casa propria». Su questa linea anche altri due ministri Dario Franceschini (anche lui Pd) e Roberto Speranza di Leu.
Domani sera dovrebbe arrivare la decisione finale.