I nepalesi che fecero l'impresa: prima invernale al K2 per 10 sherpa
Era l’ultima sfida nel mondo dell’alpinismo himalayano, la più difficile e la più ambita: salire il K2 nella stagione invernale. Per anni ci hanno provato spedizioni di mezzo mondo, russi in primis, ma alla fine l’ha spuntata un team di alpinisti nepalesi, quasi tutti di etnia sherpa, abituati all’alta quota e a muoversi in condizioni estreme.
Alle 17 (ora pakistana) del 16 gennaio Nirmal Purja, celebre per aver scalato tutti gli Ottomila della terra in 189 giorni, e i suoi nove compagni di cordata hanno piantato la piccozza nella calotta sommitale della seconda montagna più alta del mondo e considerata la più difficile da conquistare. Era l’unica a non essere mai stata salita in inverno. Per il piccolo paese asiatico, stretto tra i colossi di Cina e India, è un grande successo di immagine.
Da oggi il K2 non sarà più solo «la montagna degli italiani», dopo la prima salita nel 1954 di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, ma anche un po’ la montagna dei nepalesi.
Il team vincente - formato anche da Gelje Sherpa, Mingma David, Mingma G, Sona, Mingma Tenzi, Pem Chhiri, Dawa Temba, Kili Pemba e Dawa Tenjing - in meno di un mese ha allestito i campi di alta quota e ha sfruttato la prima finestra di bel tempo per attaccare la vetta. Una strategia - coordinata al campo base da Chhang Dawa Sherpa - basata sulla velocità che è risultata vincente. Sono partiti nella notte dal campo 4, a 7.800 metri di quota, hanno superato i delicati passaggi del Collo di bottiglia e del traverso, hanno risalito il pendio finale fino agli 8.611 metri della cima. E sono arrivati sulla vetta tutti assieme.
«Questo è il traguardo più grande nella storia dell’alpinismo - spiega Chhang Dawa Sherpa - ed un buon esempio del lavoro di squadra. Grazie alla montagna per aver concesso questa scalata, ‘se la montagna ti lascia scalare, nessuno ti fermà. È K2 ed è inverno, possono accadere ancora tante cose incerte, non si sa mai. Spero che ora tutti scendano in sicurezza». Per il team nepalese è iniziata infatti una lunga e pericolosa discesa per rientrare al campo base.
Una giornata di festa per il mondo dell’alta quota macchiata però da un grave incidente: durante la discesa tra campo 1 e il Campo base avanzato l’alpinista spagnolo Sergi Mingote è caduto riportando ferite letali. A soccorrerlo sono stati lo spagnolo Alex Gavan, l’italiana Tamara Lunger e altri due scalatori polacchi. Dal campo base è stato inviato un team medico. Tutti i tentativi di salvarlo si sono rivelati inutili. La salma sarà evacuata nelle prossime ore in elicottero.