L'Università di Siena sospende il professor Gozzini dopo gli insulti via radio a Giorgia Meloni
"L'Università di Siena sospende cautelativamente dalle attività didattiche il professor Giovanni Gozzini, in attesa della pronuncia del Collegio di disciplina dell'Ateneo, che si riunirà nei prossimi giorni".
Così una nota dell'Ateneo in merito al caso dello storico, docente all'Università senese, dopo le offese contro la leader di Fdi Giorgia Meloni pronunciate durante una trasmissione radiofonica.
"Per il fatto di aver usato delle parole sbagliate durante la trasmissione sono a porgere le mie scuse a tutti quanti, a Giorgia Meloni per prima e a tutte le persone che si sono sentite offese", ha poi scritto in una nota Giovanni Gozzini, storico e docente all'Università di Siena, in merito a quanto dichiarato, durante la trasmissione Bene bene Male male andata in onda venerdì su Controradio di Firenze, mentre commentava l'intervento alla Camera di Meloni per la fiducia al nuovo governo.
"Presento le mie scuse per il linguaggio usato durante la trasmissione - si legge nella nota diffusa da Gozzini -. Non è mio costume, né come ospite storico della trasmissione di Controradio né in altra sede promuovere un linguaggio che non sia più che rispettoso nei confronti di tutti".
«Vacca, scrofa, pescivendola, peracottara, ortolana» sono alcuni degli epiteti volgari e sessisti rivolti da Gozzini nel programma.
Gli insulti hanno poi suscitato una lunga serie di reazioni di condanna dal mondo politico, da destra a sinistra.
Anche l'emittente toscana ha preso le distanza: «In merito alla trasmissione “Bene bene Male male” andata in onda venerdì 19 febbraio 2021 alle ore 09:00 sulle nostre frequenze, Controradio S.r.l. intende prendere le distanze – come per altro già fatto in onda – dal linguaggio utilizzato dal Prof. Giovanni Gozzini durante la suddetta trasmissione. 45 anni di storia della nostra radio parlano per noi.Questi per Controradio, sono stati anni di impegno costante e serrato tutto volto a combattere l’imbarbarimento del linguaggio da una parte, e dall’altra a lavorare sulle questioni di genere in ogni ambito, dal mondo del lavoro a quello appunto del linguaggio. Parlano per noi decenni di trasmissioni, interviste, speciali, progetti ad hoc».