Ugo Rossi? Le perplessità di Paolo Piccoli: "Partiva per innovare, è già arrivato..."
TRENTO - Ha visto, presidente Piccoli? Anche Ugo Rossi si butta al centro.
«Ho visto».
Vanno tutti lì.
«Eh...».C'è un assembramento.
«Ci vuole la mascherina».
Non vuole parlare, poi parla. Vuol dire poco, poi dice quanto basta. Il presidente del Consiglio comunale Paolo Piccoli è fatto così: fa del tatto la propria stella polare ma se un sassolino gironzola nella scarpa lui non resiste: lo toglie. Deve toglierlo, e usando tutta la delicatezza di cui è capace lo getta via sperando che nel cadere a terra non faccia rumore.
La questione, stavolta, si chiama Ugo Rossi: l'ex presidente della Provincia ha lasciato il Patt dopo una vita e si è messo in mezzo, politicamente parlando. E a chi potevamo chiedere un parere su questa mossa a sorpresa se non al «padre nobile della città» (Ianeselli dixit) che nel centro ha piantato la propria bandierina molti decenni fa (Piccoli è stato segretario politico della Democrazia Cristiana provinciale dal 1986 al 1991)?
Siamo a lei, dunque, presidente Piccoli. E lo sa?, la battuta della mascherina non è male.
«Ma gli assembramenti non vanno bene».
Mai.
«Calma, però».
E chi si agita.
«Esprimo una valutazione positiva sulle considerazioni di Rossi».
Quali?
«La premessa di Rossi - il desiderio di superare gli schemi precedenti - è condivisibile, tanto è vero che la coalizione che sostiene il sindaco Ianeselli in Comune ha in seno sette forze. E tra esse - glielo assicuro, visto che ogni tanto partecipo alle riunioni dei capigruppo - c'è una grandissima sintonia, anche se ognuna ha dei temi su cui punta di più. C'è una cosa, però».
Siamo pronti.
«Capisco meno il passaggio successivo».
Non capisce perché Rossi sia approdato in Azione?
«Non capisco perché si sia immediatamente schierato con una forza specifica».
E cosa doveva fare?
«Se io premetto che bisogna costruire qualcosa di nuovo, poi devo costruire qualcosa di nuovo».
In effetti Rossi aveva detto così: "Voglio provare a costruire un'esperienza politica nuova". Testuali parole.
«Sa cosa diceva Aristotele?».
Dipende...
«Diceva: "A" non è "non A"».
Una cosa non è il suo contrario.
«Ognuno è padrone di fare ciò che vuole ma se io punto a costruire qualcosa di nuovo, tenendo conto dei nuovi fermenti, non è questo il modo migliore di cominciare. Per me».
Rossi, evidentemente, ritiene lo sia.
«Rossi ha scelto di partire da una posizione che già esiste. Ma come ho detto, ognuno è libero. E ribadisco: il mio non è un giudizio negativo».
Però ci va vicino.
«Tutte le constatazioni portano a un giudizio».
Non sarà mica un'altra volta Aristotele...
«Rossi ha posto la questione di creare un riferimento comune al centro che però guardi a sinistra».
Poi ha scelto Azione.
«Una forza nazionale più che locale. E questa è una prospettiva diversa. Vorrei capire meglio, insomma».
È in buona compagnia, presidente. In tanti vorrebbero capire.
«Si stanno muovendo molte cose nella politica trentina».
Nell'autunno del 2023 si terranno le elezioni provinciali.
«Sembrano lontane ma non lo sono e i sommovimenti avvengono per quello. È pacifico. Prima, però, ci saranno le elezioni politiche: quello stesso anno in primavera, se non prima. Nessuno sa quale possa essere il destino del governo Draghi».
Presidente Piccoli, perché tutti si lanciano al centro?
«Quando facevo un altro mestiere dicevano che le elezioni si vincono sempre al centro. Dipende anche dalle leggi elettorali... Però è pacifico che in ogni situazione politica ci sia bisogno di una destra che interpreti i valori della destra e una sinistra che interpreti quelli della sinistra».