Covid / Vaccini

Gimbe: nel primo trimestre manca la metà delle dosi previste. Draghi a Bergamo: le forniture aumenteranno, la campagna correrà

Il presidente del consiglio a Bergamo per la Giornata in memoria delle vittime del covid assicura che si andrà avanti con intensità per immunizzare la popolazione. Somministrazioni: il Trentino è settimo in Italia per percentuale di residenti già coperta

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BERGAMO - "Questo luogo è un simbolo del dolore di un'intera nazione. È anche il luogo di un impegno solenne che oggi prendiamo. Siamo qui per promettere ai nostri anziani che non accadrà più che le persone fragili non vengano adeguatamente assistite e protette. Solo così rispetteremo la dignità di coloro che ci hanno lasciato".

Lo ha detto stamattina il premier Mario Draghi alla cerimonia per la Giornata Nazionale in ricordo delle vittime del Covid, al Bosco della memoria a Bergamo. 

"Il governo - e lo sapete bene - è impegnato a fare il maggior numero di vaccinazioni nel più breve tempo possibile. Questa è la nostra priorità. La sospensione del vaccino AstraZeneca, attuata lunedì con molti altri Paesi europei, è stata una decisione temporanea e precauzionale. Nella giornata di oggi, l'Agenzia Europea dei Medicinali darà il suo parere definitivo sulla vicenda.

Qualunque sia la sua decisione, la campagna vaccinale proseguirà con la stessa intensità, con gli stessi obiettivi.

L'incremento nelle forniture di alcuni vaccini aiuterà a compensare i ritardi da parte di altre case farmaceutiche.

Tutta la comunità bergamasca ha dato prova di saper reagire, di trasformare i lutti e le difficoltà in voglia di riscatto, di rigenerazione. Il suo esempio è prezioso per tutti gli italiani che, sono certo, non vedono l'ora di rialzare la testa, ripartire, liberare le loro energie che hanno reso meraviglioso questo Paese.

Il rispetto che dobbiamo a chi ci ha lasciati deve darci la forza per ricostruire il mondo che essi sognavano per i propri figli e nipoti." Lo dice il premier Mario Draghi alla cerimonia per la Giornata Nazionale in memoria delle vittime del Covid, a Bergamo. "E io sono qui oggi per dirvi grazie e per impegnarmi insieme a tutti voi a ricostruire senza dimenticare", ha concluso Draghi.

Bergamo 2020

Drammatica immagine di un anno fa a Bergamo: i camion militari trasportano bare di morti per covid.

Intanto, a due settimane dalla fine del trimestre, non è stata ancora consegnata quasi la metà delle dosi di vaccino anti-Covid previste. Al 17 marzo risultano infatti consegnate alle Regioni 8.597.500 dosi, poco più della metà di quelle previste, e ne rimangono più di 7 milioni da ricevere. Lo segnala la Fondazione Gimbe, nel suo monitoraggio indipendente relativo alla settimana tra il 10 e 16 marzo. In particolare, Pfizer ha consegnato il 65,6% delle dosi previste, Moderna il 37,1% e AstraZeneca il 41%. Rispetto alle fiale consegnate, è stato somministrato il 94,7% delle dosi di Pfizer, il 59,8% di Moderna e il 52,5% di AstraZeneca.

 

Per quanto riguarda la situazione ad oggi, in Italia, la Valle d'Aosta si conferma in testa con il 5,12% della popolazione cha ha completato il ciclo, seguita dalla Provincia di Bolzano con il 4,88%.

La provincia di Trento è in settima posizione con una percentuale del 4,17% contro una media del 3,60%. Bolzano e Trento guidano invece la classifica degli over 80 con il ciclo di vaccinazione completato (31,9% e 27,6%). 

"L'Europa deve mettere in campo nuovi strumenti per garantire le forniture - commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - pena lo slittamento continuo dei piani vaccinali di tutti i Paesi". In base ai dati presentati da Gimbe, al 17 marzo hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 2.145.434 milioni di persone (3,6% della popolazione), con marcate differenze regionali. Si va infatti dal 2,71% della Calabria al 5,12% della Valle D'Aosta.

Circa le persone più fragili, degli oltre 4,4 milioni di over 80, 1.258.139 (28,5%) hanno ricevuto solo la prima dose di vaccino e 469.783 (10,6%) hanno completato il ciclo vaccinale. "Numeri in crescita - aggiunge Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe - ma ancora troppo esigui per osservare risultati tangibili in termini di riduzione di ricoveri e decessi nella fascia di età più colpita dalla Covid-19".

L'accelerazione della vaccinazione di massa delle ultime settimane ha subito una battuta d'arresto dopo il blocco del vaccino AstraZeneca. "A seguito di questo increscioso episodio - conclude Cartabellotta - al di là dei tempi organizzativi per ripartire, non è possibile stimare la riduzione dell'adesione generale alla campagna vaccinale, né l'impatto della diffidenza (o del rifiuto?) individuale rispetto al vaccino AstraZeneca. Un effetto boomerang generato da una comunicazione istituzionale frammentata e non lineare, frutto di una decisione impulsiva più politica che scientifica". 

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